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Sul tavolo c’erano due cose importantissime: una pipa e un piccolo bozzetto in creta, che raffigurava un vecchio. La notte era alta, forse scoccavano le tre del mattino quando la pipa notò la presenza del vecchietto immobile presso di lei appoggiato alla sua testa.
In una giornata d’estate l’orso e il lupo andarono insieme a passeggio per la foresta; l’orso udì il bellissimo canto di un uccellino e disse: «Fratello lupo, che uccello è questo che canta così bene?».
C’era una volta un re che aveva una moglie coi capelli d’oro ed era così bella che un’altra come lei non si trovava in tutta la terra. Ora accadde che ella si ammalò e quando sentì che presto sarebbe morta, chiamò il re e gli disse: «Se dopo la mia morte vorrai ancora prender moglie, non prendere nessuna che non sia bella come me e che non abbia, come me, i capelli d’oro. Prometti».
Un cane da pastore aveva un cattivo padrone che gli faceva soffrire la fame e quando non poté più resistere si allontanò da lui molto malinconico. Per la strada incontrò un passero che disse: «Fratello cane, perché sei così triste?». Rispose il cane…
Viveva un tempo un mugnaio che era molto povero, ma aveva una figlia bellissima. Un giorno il mugnaio ebbe occasione di parlare col re, e per darsi delle arie d’importanza disse: «Ho una figlia che sa filare la paglia in oro». Il re disse al mugnaio…
Nei tempi remoti vivevano un re e una regina che ogni giorno dicevano: «Ah, se avessimo almeno un figlio!» ma non ne avevano mai. Ora avvenne che una volta la regina era al bagno, quando un ranocchio balzò fuori dall’acqua e le disse…
C’era una fanciulla pigra, che non voleva filare; la madre poteva dirle tutto ciò che voleva, non riusciva ad ottenere nulla. Infine la madre una volta perdette la pazienza, andò in collera e la bastonò, e la figlia si mise a singhiozzare rumorosamente.
Vicino a una grande foresta abitava un boscaiolo, con la moglie e i suoi due figli: il maschietto si chiamava Giannino e la femminuccia Ghitina. Egli aveva poco da mangiare e quando nel paese ci fu una grande carestia, non riuscì neanche a guadagnarsi il pane quotidiano.
Il fratellino prese per la mano la sua sorellina e disse: «Da quando è morta la mamma, non abbiamo più avuto un’ora buona; la matrigna ci picchia ogni giorno e quando le andiamo vicino ci respinge col piede. Le croste di pane raffermo, gli avanzi sono il nostro pranzo; meglio di noi sta il cagnolino sotto il tavolo; spesso gli getta qualche buon boccone. Se nostra madre lo sapesse! Vieni, andremo insieme per il vasto mondo».