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Perchè aveva sposato il signor Cristoforo Zuccoli? ecco quello che si domandava la piccola Fania.
Un brav’uomo, non c’è dubbio, un cuor d’oro, intelligente, studioso a modo suo, ma…
Questo racconto è fatto per le persone che vanno colle mani dietro la schiena contando i sassi, per coloro che cercano il pelo nell'uovo e il motivo per cui tutte le cose umane danno una mano alla ragione e l'altra all'assurdo…
Quasi in mezzo al viale, fuori della polvere, un chiodo arrestò lo sguardo, il passo e il pensiero del conte Mauro. Era un chiodo ancora buono, benchè un po’ arrugginito e storto. Quanti l’avevano veduto? E perchè nessuno di quanti l’avevano veduto si era chinato a raccoglierlo? Trovate le risposte, del resto semplici ed ovvie, lo prese su lui, e seguitò la passeggiata verso la chiesa dei Cappuccini.
Ci sono dei giorni che la città dove vivo, e i passanti, il traffico, gli alberi, tutto si sveglia al mattino con un aspetto strano, usuale eppure irriconoscibile, come in quegli istanti che ci si guarda nello specchio e si chiede «chi è quel tale? » Per me, sono i soli giorni amabili dell’anno.
Un signore, Matteo Morys, aveva deciso suicidarsi in un boschetto vicino alla città.
Fatto testamento, nel quale instituiva erede di tutta la roba che trovavasi in casa la vecchia domestica, e del patrimonio un Ospedale, s'avviò una sera verso il luogo fatale ove doveva morire.
“No, non ridere!”, esclamò Lelio Giorgi, interrompendosi. “Come vuoi che non rida?”, rispose Mongeri. “Io non credo agli spiriti”. “Non ci credevo… e non vorrei crederci neppur io” riprese Giorgi. “Vengo da te appunto per avere la spiegazione di fatti che possono distruggere la mia felicità, e che già turbano straordinariamente la mia ragione”.