Il fisico Giovanni Cantoni, in questo testo pubblicato nel 1867 sulla rivista «Nuovo Cimento», è tra i primi scienziati ad ammettere che il fenomeno del moto browniano dipende dal moto delle molecole del liquido in cui si trovano sospese le particelle.

All’inizio del testo Cantoni tratta delle relazioni fra gli equivalenti termici e gli equivalenti chimici e poi discute del moto browniano e della sua relazione con la teoria meccanica del calore. Lo scienziato elenca vari tentativi di spiegazione del moto ma poi dice che, quando si tratta di solidi inorganici o non solubili nel liquido, la sola spiegazione che rimane è che il moto delle particelle nel liquido può essere attribuito alle differenti velocità presenti alla stessa temperatura sia in queste particelle solide sia nelle molecole del liquido.

Cantoni ritiene che questa spiegazione del moto browniano può essere verificata in quanto, mantenendo le stesse circostanze rimanenti, il moto dovrebbe essere più esteso quanto più le differenze nelle velocità molecolari del liquido e del solido sono maggiori. L’autore poi espone numerosi esperimenti fatti con vari materiali diversi e ritiene che confermino la sua spiegazione.

Simulazione del moto browniano:
https://en.wikipedia.org/wiki/Brownian_motion#/media/File:Brownianmotion5particles150frame.gif

Sinossi a cura di Michele De Russi

Dall’incipit del libro:

La teoria dinamica del calore può facilmente prestarsi a molteplici raffronti di ordini abbastanza differenti di fenomeni. Così ora mi propongo di raccogliere, sotto forma semplice ed elementare, alcune verità, che già furono profondamente discusse da illustri matematici e da valenti fisici, senza aver pretensione di dir cose nuove.

§. 1. In una mia Memoria pubblicata nel 18621 ebbi a notare, che, se per avventura il fatto scoperto da Black e Wilke del richiedersi diversa quantità di calore per produrre un eguale aumento di temperatura in eguali pesi di differenti corpi, fosse stato meditato appena un po’ attentamente, avrebbe dovuto suggerire ai fisici di porsi questo problema: determinare pei diversi metalli le proporzioni in peso da assumersi perchè possano tra loro compiersi eguali scambi di calore per una stessa variazione di temperatura. E cosi sin d’allora sarebbersi trovati, all’incirca almeno, que’ rapporti ponderali secondo i quali i metalli stessi si combinano fra di loro o coi metalloidi.

Scarica gratis: Su alcune condizioni fisiche dell’affinità, e sul moto browniano di Giovanni Cantoni.