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(voce di SopraPensiero)Pubblicato Studi di storia lunigianese di Pietro Ferrari.
Il tema di fondo della storiografia del Ferrari è imperniato sul medioevo, che viene presentato come epoca di creazioni originali in cui trovano le radici delle sorti dell’Italia contemporanea. Il tutto permeato dal grande amore per la sua terra, la Lunigiana, e i suoi abitanti.
Ferrari traccia una linea di ricerca della storia medievale dell’alta Lunigiana e dell’origine del comune di Pontremoli, forte del suo metodo nato da importante esperienza scientifica accompagnata sempre da grande umanità. Gli studi presentati in questo volume sono tra i più significativi apparsi in precedenza solo su riviste a testimonianza dell’idea divulgativa che sempre animò il Ferrari.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
La Rocca Sigillina, o più semplicemente La Rocca, è detta, nelle antiche carte, «Rocha Vallis Azzolinae».
Valle Azzolina, adunque, era il nome dell’alta Valle della Capria, dove, appunto, sorge la Rocca, sopra l’erto sperone di un contrafforte appenninico, sulla destra della Capria, alla confluenza di questo torrente col Rio Cuccarello.
Un’antica tradizione, raccolta dai cronisti pontremolesi a proposito di un Ser Azzo o Ser Atto di detto luogo, fiorito nel secolo XIV, e dal quale prese il nome la famiglia dei Seratti, stabilitasi in quel secolo a Pontremoli, vuole che questa famiglia abbia avuto, in antico, la signoria della Rocca. Però, Giovanni Sforza, rigetta, senz’altro, tale tradizione e dice essere «baje che i Seratti avessero la signoria della Rocca Sigillina, alpestre villaggio del quale non furono che oriundi»1. Ma si limita ad affermarlo.
Ci sono, invece, molti elementi per ritenere che, effettivamente, anche nell’alta valle della Capria, con centro alla Rocca, sia fiorita una di quelle numerose signorie feudali minori, che, in Val di Magra, come altrove, si erano venute moltiplicando, specialmente nel corso del secolo XI, nel periodo della decadenza e dello scioglimento del primitivo consorzio obertengo: signorie che traevano punto da antichi subfeudali dei marchesi Obertenghi e che, appunto in quel secolo, riuscirono a conseguire un grado di più o meno completa indipendenza.