Guido Castelnuovo, celebre matematico, scrisse nel 1923 quest’opera, che lui chiamava “opuscolo”, per chiarire al grande pubblico la portata delle teorie di Einstein in confronto alle teorie “classiche”. All’epoca la teoria della relatività era diventata un argomento “di moda” nei dibattiti, non solo fra gli scienziati, che ne discutevano le implicazioni e cercavano di produrre esperienze che potessero chiarirne la portata, ma anche nel pubblico generale.

Sono passati da allora cento anni, il dibattito scientifico si è assestato sulla accettazione della teoria di Einstein e delle sue vaste implicazioni. Sono state pubblicate opere divulgative “for dummies” e altre dedicate ai bambini, che fanno affidamento sull’intuizione e su esempi. Ma tuttora non è semplice trovare nella produzione editoriale un testo così strutturato come quello di Castelnuovo: rigoroso scientificamente, comprensibile per chiunque abbia una cultura matematica a livello di scuola superiore, ricco di esempi e di illustrazioni del significato “geometrico” di non pochi concetti che a prima vista contraddicono l’intuizione e le teorie “classiche”. Comprensibile senza essere mai banale, ma anzi conducendo il lettore a verificare di persona, formula dopo formula, le conseguenze della teoria.

Il volume si compone di due parti, la prima dedicata a riformulare il concetto di tempo e di simultaneità, contrapponendo i sistemi “galileiani” a quelli che si muovono a velocità prossime a quella della luce, e mostrando le note alterazioni delle misure di spazio e di tempo che si verificano in questi ultimi. La seconda parte è dedicata alla gravitazione ed all’inerzia, in cui lo spazio-tempo definito dalla teoria di Einstein viene applicato all’astronomia, dove possiamo trovare oggetti di massa molto grande, come il Sole, e studiare la propagazione della luce durante le eclissi solari, per verificare l’effetto della massa del Sole sulla direzione dei raggi luminosi. Le esperienze astronomiche hanno quindi validato le equazioni di Einstein, mostrando la curvatura dei raggi di luce come era stato predetto.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Chi della teoria della relatività conosce poco più del nome può dal nome stesso esser condotto a false prevenzioni, diverse però secondo l’indole e l’estensione della propria cultura. Se egli ha scarsa familiarità colla storia delle scienze fisiche, può credere che Einstein abbia per primo fugato il fantasma della quiete assoluta e del moto assoluto che dominava la filosofia aristotelica. Se, al contrario, egli ricorda i principi della meccanica appresi nelle scuole secondarie, ben sa che la vittoria contro il fantasma è vanto del Rinascimento; ed allora egli può chiedere in che consista il merito di Einstein, atteso che la meccanica di Galileo e Newton era già in sostanza (se pur non sempre nella forma) ispirata al concetto della relatività del moto.
Per giudicare equamente il progresso compiuto dalla filosofia naturale nell’ultimo ventennio è necessario avere una chiara idea del punto di partenza.
Lasciamo la parola al nostro sommo fisico pisano il quale, colla lucidità consueta, così espone il suo pensiero, per bocca di Salviati, nel celebre dialogo: I due massimi sistemi del mondo.

Scarica gratis: Spazio e tempo secondo le vedute di A. Einstein di Guido Castelnuovo.