Da quando Gilberto Gil è Ministro della Cultura in Brasile molte cose sono cambiate. In un recente convegno (luglio 2006, Roma) Claudio Prado, assistente del Ministro brasiliano ha detto:
“In Brasile per un progetto culturale arrivavano al Ministero due buste, una con la parte burocratica e una con i contenuti. Si apriva la prima e, solo se funzionava, si leggeva la seconda. Con i Pontos (una delle iniziative del Ministero brasiliano, N.d.R.) abbiamo fatto il contrario”.
Chiunque abbia tentato di presentare un progetto sa cosa significa: bisogna superare ostacoli burocratici enormi, talvolta creati ad arte per consentire solo a una ristretta cerchia di “amici fidati” di accedere ai finanziamenti.
L’approccio brasiliano è, semplicemente, una rivoluzione. Qualcuno in Italia lo vuole imitare?