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Scritti nel 1898, quando l’autore aveva 62 anni ed era già conosciuto per la sua vasta produzione narrativa, questi Sorrisi rappresentano un momento autobiografico che ci riporta ad un tempo passato, con nostalgia, ma anche con qualche sorriso.
Ragazzino che studiava a Savona nel 1848, Barrili ritrae a partire dalla prima infanzia alcune figure ed episodi che la illustrano; e ci porta a rivivere la presa di Peschiera, come ottima scusa per un giorno di vacanza da scuola, richiesta ai severissimi padri della scuola di grammatica, ma non ottenuta, anzi! E i primi versi composti, dedicati al nuovo Vescovo e declamati alla sua presenza, che fruttarono i primi soldi guadagnati con la poesia; il tentativo infruttuoso di raggiungere la famiglia da Genova, durante una nevicata. Seguono gli anni trascorsi a Genova, con la figura del mecenate marchese Di Negro e alcune note sul Guerrazzi; quindi le vicende del 1859, dove andando a combattere come volontario, passò per Milano con la speranza di conoscere finalmente il Manzoni, incontro che non si realizzò mai, nemmeno in seguito.
A queste vicende scritte in prima persona, fanno seguito racconti di più ampio respiro, dedicati a figure di amici, quali due artisti, un uomo d’affari ex compagno di scuola, un medium alle cui sedute spiritiche si presenta Cicerone, un oste di Albaro, contrapposto ad un dotto professore tedesco (forse il racconto più godibile, per le etimologie strampalate che l’oste propone al docente), ed una leggenda cinese che prende in giro amabilmente i letterati ed il consumo di carta a loro dovuto. Queste pagine sono auto-ironiche e mostrano quanto la vita del letterato sia ricca di superbia, ma povera di quattrini.
Il volume si conclude con un altro racconto autobiografico, quello dell’influenza che tenne l’autore a letto per il periodo dei festeggiamenti colombiani del 1892. Chi ama le lunghe descrizioni, magari anche condite da digressioni storiche e morali, tipiche dell’autore, troverà per una volta storie contemporanee o quasi, anziché vicende storiche del passato, su cui si esercita la sua penna.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
All’alba dei miei ricordi, bella, rosea, bionda immagine di costante giovinezza, arride la mia nonna dolce. Dico la nonna da parte di padre; che l’altra non l’ho conosciuta, essendo ella morta prima ch’io venissi alla luce. Intorno al quale evento modesto sarà bene che io dica qui il mio pensiero una volta per tutte. È stata una buona cosa il capitare da queste parti, per le belle curiosità che il mio spirito ha potuto appagare, per le utili lezioni che il mio intelletto ha potuto ricevere, e per la calma serena con cui l’anima mia è disposta a vedere un altro pianeta, ora che è stata sufficientemente istruita di questo. Io sono dunque riconoscente del dono, quantunque non ne abbia fatto il miglior uso del mondo; specie negli anni più giovani. Ma questo succede il più delle volte dei doni ottenuti, che subito lavoriamo a sciuparli, per la inconcepibile manìa del vederci dentro.
Scarica gratis: Sorrisi di gioventù di Anton Giulio Barrili.