Signore sole raccoglie numerose interviste, di stampo squisitamente giornalistico e di impostazione che oggi definiremmo “gossip”, di stars dello spettacolo i cui nomi forse oggi dicono poco, ma che furono famosissime nella prima metà dello scorso secolo.
Così Notari cerca di volta in volta di scoprire risvolti inediti e, qualora ce ne sia l’opportunità, piccanti, nelle carriere di cantanti liriche, ballerine, attrici, e donne di spettacolo venute ad esibirsi in Italia con alterno successo. Il tono dell’intervista è sempre garbato e l’ironia che pervade molte interviste è spesso rivolta simpaticamente anche verso l’intervistatore stesso.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit della prima intervista:
Non ho mai tanto adorato la mia professione come quando essa mi schiuse il salotto di Lina Cavalieri, nè mai tanto arrovellamento mi frustò il cervello come ora in cui sento di non essere che giornalista.
Aver gli occhi pieni dei barbagli di una bellezza superba e l’animo vibrante nella melodia di una voce di chimèra amorosa e non possedere che una rapida penna di reporter per descrivere nel tumulto di sensazioni turbinose, questa maliarda figura di donna e di artista e darla al lettore quale essa mi apparve, non è minor sofferenza di quella di una bocca bruciante di sete che non può immergersi nel fresco dell’acqua che le gorgoglia accanto, nè di quella di un monco che sente il fremito dell’amante in attesa e non ha le braccia per serrarla al petto.
Ricordo la prima volta in cui Lina Cavalieri mi ricevette. Fu due giorni prima del suo trionfale debutto al Dal Verme. Restai qualche tempo solo nel salotto ove mi avevano introdotto. Un piano aperto e sul leggìo lo spartito di Manon, un tavolo rotondo con un gran mazzo di violette, qualche seggiola e una poltrona su cui una sottogonna di raso esalava un lieve profumo.
Dalla camera vicina mi giungeva un rumore di fiale e di broches rimosse sul marmo di un lavabo coma da chi abbia fretta di compiere la propria toilette, e un rapido fruscìo di sete intorno a un corpo di donna elegante che si spoglia o si veste.
Io mi foggiavo col pensiero gli atteggiamenti di quel corpo, nei piccoli deliziosi passaggi di una toilette femminile e pensavo che una sola e sottil porta d’albergo, forse indiscreta, mi separava da quell’intimità misteriosa, quando, a un tratto quella porta si aprì e Lina Cavalieri entrò.
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