In questa conferenza tenuta il 14 giugno 1942 a Roma il fisico Max Planck discute la “questione dell’essenza e del significato della scienza esatta”. Lo scienziato tedesco nota che prima di tutto essa si serve di unità di misura e di numeri ma per dare risultati nella scienza occorrono anche premesse sicuramente verificabili. Ciò che non ammette il minimo dubbio sono prima di tutto le sensazioni che l’uomo riceve dal mondo esterno per mezzo degli organi di senso.

Il significato del lavoro scientifico è portare ordine e legge nell’insieme di esperienze delle sensazioni e questo lavoro scientifico non è mai definitivo e si corregge a ogni nuova esperienza. Planck definisce come un miracolo il fatto che le leggi naturali trovate dall’uomo valgono per tutti gli uomini di tutti i paesi e che è ancora più meraviglioso che si scoprano fatti inesplicabili con la visione classica del mondo (pur lasciandola intatta) come la velocità costante della luce nel vuoto e la teoria dei quanti.

La meta verso cui si dirige l’indagine scientifica, anche se irraggiungibile, è la realtà definitiva in senso metafisico, che è pensabile come dietro o all’interno della realtà sperimentale.

Secondo Planck inoltre la formazione dell’immagine del mondo per mezzo della scienza esatta conduce fuori della vita ma poi, mediante la tecnica, tale immagine scientifica ritorna a vantaggio della pratica. Lo scienziato conclude dicendo che l’uomo, pur progredendo nella conoscenza scientifica dovrà essere sempre pronto a stupirsi per nuove scoperte.

Sinossi a cura di Michele De Russi

Dall’incipit del libro:

Chi, in quest’epoca così densa di destino, si accinge a concentrarsi nello studio della questione dell’essenza e del significato della scienza esatta, penserà anzitutto al fatto che proprio in quest’anno ricorre per la trecentesima volta l’annuale della morte di quell’uomo che noi possiamo considerare con piena ragione come il rappresentante di questa scienza. Perchè Galileo non fu soltanto matematico e astronomo come Copernico e Keplero, ma fu nel contempo fisico e fu colui che introdusse per primo nella scienza l’esperimento a scopo ben definito, creando con ciò la sicura intelaiatura dell’investigazione. Poichè per penetrare nei segreti della natura non basta quel che risulta dalla semplice osservazione, occorre anche il coraggio e la capacità di forzare la natura stessa a determinate manifestazioni per mezzo di appropriati interventi.
A noi, che ci troviamo alle pendici del Pincio, la figura del Maestro appare molto avvicinata anche nello spazio. Perchè non molto lungi da qui ha avuto luogo quel processo che avrebbe dovuto perdere l’ardito ricercatore della verità, e che invece lo rese universalmente celebre; e nella vicina Villa Medici il condannato ha trascorso i primi tempi della sua prigionia.

Scarica gratis: Significato e limiti della scienza esatta di Max Planck.