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Riconosciuta dalla critica come “una delle vocalità più emozionanti e suggestive del panorama pop-cantautoriale italiano” ed essere stata annoverata “tra le più promettenti cantautrici del pop tricolore”, Vi Skin torna a catalizzare e magnetizzare il pubblico in “Sei”, il suo nuovo singolo.
“Sei” come declinazione e al contempo congiunzione dell’essere, ma anche come emblema della dicotomia bene-male più allendiana, mistica ed esoterica, ove l’Amore rappresenta tutto e il suo contrario, ove chi ama non si annulla nell’altro, ma per il bene dell’altro, per la sua libertà di crescita ed evoluzione, è disposto a farsi da parte – «ben venga se perdere me ti fa ritrovare te» -, incastonando quegli «sguardi persi, forse troppo persi» nello scrigno dei ricordi.
Un brano, intimo, sentito, sofferto, in cui la brillante autrice e interprete ciociara si mette a nudo lasciando emergere i riflessi del cuore, trasformando liriche struggenti e malinconici tocchi sul bianco e nero dei tasti del suo pianoforte in una carezza che inonda, travolge e rapisce i sensi sin dal primo ascolto.
Il ritratto evocativo di un’assenza fisica in grado di risuonare più presente che mai – «ti ritrovo nei miei testi, almeno lì so che resti» – in battiti così assordanti da annichilire il cuore – «non sento più il cuore, me lo presti?» -, dove pathos e dolore si fondono nella consapevolezza di non poter amare a metà – «non posso permettermi occhi incolore, baci insapore, profumi inodore, mi appassiscono il cuore» -, ma al tempo stesso, di non voler lasciar andare la sostanza stessa di quel tormento senza il quale ogni cosa perde di significato – «queste lacrime sanno di te, non voglio piangere, non voglio che scivoli via da me» -.
Una “non-canzone-d’amore” che attraversa l’anima, perché capace di manifestare sensazioni, emozioni e sentimenti senza cercare di descriverli, di raccontarli; un flusso di coscienza su ciò che, per antonomasia, coscienza non ne ha, perché l’Amore, come scrisse Albert Einstein, “è la quintessenza della vita” e valica ogni ragione, assioma, etichetta, parlando all’universo intero senza alcun ausilio di logica, espressione, parola, perché l’Amore, quello vero, supera i concetti di estetica e aspetto, per racchiudere il nucleo, il cuore del suo cuore, in silenzi che dicono tutto – «non mi è mai importato dell’involucro che hai, non dice chi sei….Sei essenza dei silenzi miei» -.
«Ho sempre tenuto in penombra l’amore di coppia nella mia musica – dichiara Vi Skin -, perché credo sia facile parlarne e che di testi sulla bellezza dell’innamoramento, così come sulle relazioni impossibili, ce ne siano ormai troppi, spesso, forse, per consolare un pubblico di cuori infranti, o per cercare di raccontarlo a coloro che lo vedono come una tana fuori dal proprio mondo. Stavolta, però, ho deciso di mettere la mia voce al servizio del mio significato di amore, cantando della più bella e combattuta storia che abbia mai vissuto. Ho scelto di mostrare a chi mi ascolta come un “addio” possa diventare presenza e ricerca costante dell’amore stesso, che va colto in ogni stralcio di quotidiano, perché riecheggia in ogni cosa, e di ogni cosa, ne è l’essenza».
La presenza indelebile nonostante l’addio, un sentimento costantemente rivissuto senza il bisogno di un volto, di un bacio, di un abbraccio a cui collegarlo, perché pregno di se stesso, di quella linfa che si sprigiona oltre ed indipendentemente da qualsiasi custodia, propagandosi in ogni luogo dentro e al di fuori di noi.
«É così che ho scoperto la forza dell’amore – prosegue l’artista – di quel legame indifferente ad ogni barriera che vi si contrappone. Un sentimento senza limiti, senza condizionamenti esterni, che sa vedere oltre lo sguardo degli occhi, cogliendo la vera bellezza di un’anima. Un sentimento così forte che resiste a tutto, perfino ad un addio. È la prima volta che tratto quest’argomento attraverso la mia storia personale, perché voglio lanciare il messaggio che l’amore non ha sesso, forma, statura e colore; l’amore non si definisce. É un concetto mentale, un’attrazione di anime, simili, complici, che vedono soltanto la loro natura, senza badare a quale corpo appartengano, a chi le contenga».
E conclude:
«Ho sempre pensato che la società ci imponga troppi limiti, costruisca troppe barriere e che l’amore debba essere l’unica cosa a prescindere da tutto, l’unica libertà che ci concediamo, l’unica cosa a non fare differenze in un mondo in cui ce ne sono già troppe».
Perché amare è, e dev’essere, sentirsi liberi.
“Sei” riconferma la ricercatezza compositiva, l’emozionalità espressiva e l’intensa delicatezza timbrica di Vi Skin, una voce che affascina e avvolge il cuore per mettersi al suo servizio ed esprimerne ogni sfumatura cromatica.