(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Rovine di stelle di Enrichetta Carafa Capecelatro.

Dall’incipit del libro:

— Si può?
La porta era socchiusa, una massiccia porta di noce, a profonde modanature secentesche, alla quale il tempo aveva dato la sua patina inimitabile: una porta che pareva la porta di una cappella, incorniciata di stucchi grossolani ma non privi di eleganza. La scala ampissima, con le pareti anche fregiate di stucchi, era molto luminosa: due enormi finestroni, ad arco, coi piccoli vetri collegati da listine di stagno, versavano liberamente la luce chiara d’una giornata del maggio napoletano sulle mura date di bianco ma un po’ scrosticciate e sugli scalini di pietra, sbocconcellati in diversi punti.
L’uomo, che stava fermo sul pianerottolo, pareva impaziente, e dopo aver ripetuto ancora: Si può? con voce più forte, fece qualche passo, discese alcuni scalini, si affacciò a uno dei finestroni che era aperto e guardò giù. La veduta che gli si offriva era quella di un chiostro di convento, circondato tutto in giro da un porticato a colonne piuttosto tozze e ad archi a mezzo sesto. Nel centro del chiostro c’era un pozzo di pietra dove si vedeva rozzamente effigiato Gesù con la Samaritana in un bassorilievo tutto verde di muschio. Il chiostro era diviso geometricamente in quattro aiuole, separate una dall’altra da vialetti selciati con ciottoli sconnessi fra i quali spuntava l’erba, e circondate da muretti bassi, sgretolati qua e là.