Pubblicato a Milano nel 1946, il libro raccoglie gli scritti di Giacomo Matteotti, oltre alla relazione stenografica del suo ultimo discorso alla Camera dei deputati, a una breve nota biografica ed al ricordo di Filippo Turati.

Come è chiaro dalla prefazione di Claudio Treves, il titolo Relique è un aperto riferimento – quasi religioso – al martirio di Matteotti, che è puntualmente descritto in un altro testo presente su Liber Liber:L’assassinio di Giacomo Matteotti del suo compagno di partito Giuseppe Emanuele Modigliani.

Gli scritti di Matteotti sono articoli pubblicati in gran parte su “La Giustizia”, quotidiano ufficiale del Partito Socialista Unitario, di cui Matteotti era segretario: sono raggruppati per argomenti, e per la maggior parte riguardano la politica finanziaria, in cui Matteotti era particolarmente esperto. In questi articoli l’autore, con dovizia di particolari tratti dai documenti ufficiali e dai bilanci dello stato, contesta punto per punto le esaltazioni demagogiche in merito al presunto risanamento dei conti dello stato, di cui il governo fascista si vantava.

Curioso è l’utilizzo giornalistico di “due domande” al Ministro delle finanze, restate senza risposta, che ricordano le “dieci domande” – anch’esse senza risposta – che molti anni dopo verranno rivolte da “La Repubblica” a Silvio Berlusconi.

Anche gli articoli classificati come “Politica estera” in realtà si riferiscono ad un argomento finanziario: le riparazioni di guerra che la Germania avrebbe dovuto pagare ai vincitori dell’Intesa, ed i prestito che l’Italia avrebbe dovuto rimborsare ad Inghilterra e Stati Uniti.

L’ultima parte riguarda la campagna elettorale del 1924, ed è anche l’argomento del discorso con cui Matteotti contesta la validità delle elezioni alla Camera e che gli costerà la vita.

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

Il Corriere Italiano (giornale fascista) pubblica una pretesa cronaca della «attività delittuosa dei sovversivi nell’anno 1919», la quale dovrebbe naturalmente giustificare la reazione di oggi.
Il giornale fascista ci invita a nozze. Noi vogliamo proprio controllare insieme con lui i fatti e i commenti di quel periodo di tempo. E per oggi ci fermiamo al primo trimestre del 1919.
I fatti di attività delittuosa sovversiva, elencati dal Corriere fascista nel primo trimestre 1919, sarebbero 16; ma tre di essi (17 e 31 gennaio) sono riunioni e ordini del giorno di industriali e dell’Unione Nazionale… che non dovrebbero avere nulla a che fare con i sovversivi.
Altri tre si riferiscono a un ordine del giorno del gruppo socialista, che domandava l’apertura della Camera (14 gennaio), un discorso Treves contro gli imperialisti dell’Intesa, e un discorso Turati «che si dice ammiratore dell’America e simpatizzante per Bissolati (22 gennaio)».
Non comprendiamo quale fosse in queste manifestazioni l’attività delittuosa, a meno che non fosse delittuoso anche il numero unico del Popolo d’Italia, intitolato così: «Diamo il benvenuto al Profeta dei popoli [Wilson]» (5 gennaio).

Scarica gratis: Reliquie di Giacomo Matteotti.