Il fisico James Clerk Maxwell, che per primo mise ordine nel campo di ricerca dell’elettromagnetismo unificandone la teoria con le sue celebri equazioni, scrisse: «La scienza diviene tollerabile solo quando proviamo un certo interesse per i grandi scopritori e per la loro vita, e diventa affascinante solo se ci mettiamo a pensare come le grandi concezioni si svilupparono».
John Donne, poeta che si trovò a meditare e ad essere coinvolto in un’epoca nella quale la ricerca e la riflessione scientifica si andavano modernamente dipanando tra Copernico e Paracelso, scrisse che un’idea, per avere importanza universale, deve essere comprensibile anche alle persone comuni.
Non sappiamo se Provenzal abbia realmente tenuto conto di questi due autorevoli ammonimenti, certo è che questa raccolta di profili biografici con i quali si riassumono quasi cinque secoli di sviluppo della scienza chimica in Italia consentono di seguire la storia delle idee e delle scoperte e delle teorie determinanti per il progresso di questa scienza senza che la materia sia resa troppo ostica per i non specialisti. La chimica, quando viene presentata in modo adeguato, risulta la più romantica delle scienze colpendo immaginazione e intelligenza; estende le sue radici in un passato indefinito riuscendo quindi più di ogni altra a gettare gli elementi unificanti di una ricca eredità umana e umanistica, mitigando gli elementi di specializzazione e valorizzando i temi presenti nel campo umanistico della scienza.
Seguendo le note biografiche e i percorsi di ricerca dei 33 chimici che Provenzal prende in esame in questo testo vediamo il susseguirsi delle tante “rivoluzioni” non come tagli netti con il passato ma come un progressivo avvicinamento a una visione sempre più articolata della realtà, che mai potrà essere del tutto svelata. Se il passato viene analizzato nella sua complessità si potrà riuscire a comprendere la bellezza che esiste nel mondo e chi si occupa di scienza sarà accompagnato verso questa comprensione se saprà vedere la scienza stessa dal punto di vista storico, così come fanno normalmente gli umanisti.
La chimica studia la composizione e la trasformazione della materia. È un chimico scrittore che ci ricorda come la parola italiana “materia” abbia la stessa radice di “mater”, madre in latino. E in effetti la materia è madre di tutto e di tutti… per questo tutti dovrebbero conoscere qualcosa di chimica. Ed è questo stesso chimico-scrittore Primo Levi che rintraccia nella chimica insegnamenti di etica, razionalità e, perché no, di democrazia. Chi meglio di lui può consolidare quel ponte con il mondo degli umanisti? Scrive Marco Malvaldi: «Primo Levi traccia una meravigliosa analogia fra i comportamenti degli elementi chimici e i comportamenti degli esseri umani, che dipendono entrambi dal contesto. È un inno a quella che secondo me è la capacità mentale più importante dell’essere umano: l’analogia, la capacità di dire e di vedere quando “questo” si comporta come “quello”, anche se “questo” è un atomo e “quello” è un uomo, “questa” è un’equazione e “quello” è un fenomeno, “questa” è una malattia e “quelle” sono delle reti neurali.» Nel racconto Ferro contenuto ne Il sistema periodico Primo Levi scrive:
«Che la nobiltà dell’Uomo, acquisita in cento secoli di prove e di errori, era consistita nel farsi signore della materia, e che io mi ero iscritto a Chimica perché a questa nobiltà mi volevo mantenere fedele. Che vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l’universo e noi stessi: e che quindi il Sistema Periodico di Mendeleev, che proprio in quelle settimane imparavamo laboriosamente a dipanare, era una poesia, piú alta e piú solenne di tutte le poesie digerite in liceo: a pensarci bene, aveva perfino le rime! Che, se cercava il ponte, l’anello mancante, fra il mondo delle carte e il mondo delle cose, non lo doveva cercare lontano: era lí, nell’Autenrieth, in quei nostri laboratori fumosi, e nel nostro futuro mestiere.»
Provenzal è certamente maestro in questo campo. Se riusciamo a sorvolare sugli aspetti nazional-propagandistici suggeriti dal regime che negli anni trenta si sforzava di imporre questo tipo di impostazione, potremo appassionarci alle vicende che si dipanano dissipando già con Vannoccio Biringuccio le nebbie alchemiche, seguendo poi la scoperta dell’ossigeno e il superamento del flogisto fino alla chimica moderna i cui esponenti italiani internazionalmente riconosciuti annoverano Amedeo Avogadro e Stanislao Cannizzaro.
Il testo si conclude trattando della vita e delle ricerche di Angelo Angeli. Il volume, patrocinato dall’Istituto Nazionale Medico Farmacologico “Serono” non porta la data di pubblicazione. L’OPAC SBN lo classifica “dopo il 1938” fondandosi sul fatto che nella prefazione Provenzal cita un discorso di Langmuir pubblicato nel dicembre 1937. Nel 1938 Provenzal fu molto limitato nelle sue attività a causa delle leggi razziali, è quindi probabile che Serono abbia pubblicato il libro appena in tempo all’inizio del 1938. Ognuno dei 33 “profili” è corredato da ricca e importante bibliografia, spesso completa o quasi ed è sempre preceduto dal ritratto fotografico o riprodotto con disegno. Questi disegni sono spesso opera di Anita Provenzal, valente artista, anch’ella epurata nel 1939 dal CNR del quale era dipendente, e poi reintegrata dopo la liberazione di Roma per l’intervento del commissario straordinario Guido Castelnuovo, provata nella salute e nel morale dalle dure persecuzioni razziali. https://www.cnrweb.tv/la-memoria-di-anita-provenzal/
Ricordiamo che diversi chimici il cui profilo compare in quest’opera sono già ricordati nella nostra biblioteca Manuzio con uno o più loro testi. Citiamo ad esempio Cannizzaro, Ciamician, Piria, Guareschi. Poiché Provenzal tratta solo di chimici che al momento della stesura del suo libro erano già defunti, non parla di Mario Betti, che è morto nel 1940, e che per qualità di ricerche e per profilo di autorevole scienziato avrebbe potuto degnamente chiudere questa rassegna. Ne parliamo comunque qui, https://liberliber.it/autori/autori-b/mario-betti/ con una scelta significativa di suoi testi.
La chimica, da sola o a volte intrecciata con la fisica o la biologia, ha tante storie interessanti da raccontare. Non possiamo che essere grati a Provenzal per averne scelte e raccontate alcune in questo libro.
Sinossi a cura di Carmela Mazzullo e Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
In un recentissimo discorso di Langmuir si precisano ancora una volta e così bene i rapporti tra scienza pura e scienza applicata che dalle sue osservazioni nasce spontanea nel mio spirito una nuova spiegazione del fatto che mentre gli Italiani hanno dai tempi di Van Helmont e di Boyle portato alla chimica, come scienza pura, i più alti contributi, questi siano serviti come innesco per il successivo sviluppo della chimica; ma non abbiano dimostrato nel paese stesso quella fecondità di risultati che altri in altri paesi hanno conseguito pel progresso della vita sociale e della scienza pura. Egli infatti dopo aver ricordato come le applicazioni della scienza sono state fatte nel maggior numero dei casi da ingegneri e da inventori che hanno saputo trarre partito da ricerche fatte per i fini della scienza pura nelle università, e spesso molti anni prima, senza fini pratici immediati, aggiunge: «non vorrei lasciare però l’impressione che una ricerca industriale non possa riuscire utile se non è fatta con i concetti impostati dal capo fabbrica. Tutte le volte che si compongono dei problemi ben definiti è assolutamente logico che si debba organizzare per la loro risoluzione una ricerca scientifica.
Scarica gratis: Profili bio-bibliografici di chimici italiani di Giulio Provenzal.