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Non vi è dubbio che le bellezze naturali del Golfo di La Spezia, nel quale Portovenere occupa un posto di rilievo sia storicamente che nell’attualità, abbiano ispirato suggestioni importanti che sono rimaste indelebili nella poesia e nella letteratura, ma non solo.
Non vi è dubbio che il Portus Veneris citato da Plinio e ricordato nell’itinerario marittimo romano sia da identificarsi nell’attuale Portovenere. La sua importanza storica, ricordata se pur con qualche imprecisione anche da Linati, si consolidò nell’alto medioevo quando fu sede di un’importante abbazia che ebbe possedimenti in Corsica. Nel 594 il pontefice Gregorio Magno cita Portovenere in una lettera. Nell’XI secolo, venduta a Genova dai signori di Vezzano che l’avevano fortificata, rivestì grande importanze nei conflitti tra le repubbliche marinare, in particolare come avamposto per arginare le incursioni di Pisa che possedeva l’antistante Lerici.
L’importanza di Portovenere declinò a partire dal XIV secolo via via che assumeva maggiore importanza il centro abitato di La Spezia. Ma le caratteristiche naturali – ricordate anche da Spallanzani quando parla del “marmo di Portovenere” (Portoro) che impartisce agli scogli del posto una bellezza particolare con dorate macchie che “spiccano mirabilmente sul fondo morato” – e quelle artistiche si mantengono ancora oggi, in un’epoca di intenso sfruttamento turistico. Su una piccola rada si sviluppa un borgo di case dipinte a colori vivaci dominato da un poderoso castello le cui mura scendono fino al mare. Vicoli e scalinate si inerpicano su una cresta che costeggia l’estremità del promontorio. La chiesa di San Lorenzo e quella di san Pietro che sorge sui resti di un antico tempio pagano, che hanno origine tra il VI e il XII secolo contribuiscono alla bellezza e particolarità del luogo.
Linati, con la sua prosa caratteristica e ridondante, descrive il suo innamoramento per la località – che fu anche oggetto di entusiasmo, probabilmente abbellito di episodi leggendari, per Byron e Shelley – cogliendone gli aspetti che inducono alle riflessioni mitologiche e al racconto fantastico e sempre stemperando la sua scrittura con l’ironia che la caratterizza. Vent’anni dopo Linati tornerà in questi luoghi con Eugenio Montale che ha legato una parte non trascurabile della sua ispirazione alle suggestioni delle Cinque Terre e del promontorio che culmina con Portovenere. George Sand ne rimase colpita e ne parla in Elle et lui. Belli anche i versi di Severino Ferrari, che a La Spezia fu insegnante, e che possono essere letti qui:
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Subitamente dall’estremo lembo del Golfo noi vedemmo rizzarsi e campeggiare netto sul cielo un ammasso di strutture lapidee, le quali, dominate com’erano dall’ombra della notte imminente, non si riusciva bene a discernere se fossero scogli anzichè greppi o ròcche piuttosto che case. Però l’assieme richiamava alla mente le favoleggiate rovine abitate dai corsari barbereschi i quali si tenevano pronti in quei covigli a scagliarsi sui naviganti che entravano nei golfi a chiedere ristoro de’ lunghi viaggi.
La natura favolesca di Porto Venere, l’originalità tutta marina della sua vita presente, la vigorosa vecchiaia delle sue pietre, de’ suoi costumi, de’ suoi amori, ecco ci balenarono subito alla fantasia in quella primissima visione ch’ebbimo di lei, navigando verso i suoi litorali rupestri.
Ma questa visione ci si porgeva in un modo così inatteso che per un istante ne fummo sbigottiti. Un senso come d’angoscia e d’ambiguità pareva spirasse dal fosco e magnifico viluppo di pietre nude di aride spiagge, e mentre lunghesso i lidi sino allora costeggiati, tiepidi venti ci avevan recato dai giardini e dagli uliveti spiegati in sulle balze le molli fragranze dell’estate piena e fruttuosa, colà giunti, come se un gigantesco sipario si fosse per incanto alzato su quella scena di acque e di rovine, diacce folate mulinanti aromi di aperte maree cominciarono a prorompere sibilando fuor dallo Stretto lungo il quale era adagiata quella lugubre Città di Dite.
Scarica gratis: Porto Venere di Carlo Linati.