Pier Ambrogio Curti fu tante cose nella sua vita, oltre che patriota durante le cinque giornate di Milano e studente di teologia: fu avvocato, appassionato di archeologia, letterato e studioso della letteratura classica. Tutti questi aspetti si ritrovano in quest’opera che lui, milanese, ha dedicato alla città di Pompei ed alla Campania Felix di cui era evidentemente innamorato.

La descrizione degli scavi e della città di Pompei è in realtà un’occasione (o una scusa) per descrivere, con dovizia di citazioni di autori classici, gli usi e costumi della civiltà romana, i suoi gusti, i suoi riti, la sua storia, come espressamente dichiarato dall’autore nelle sue Conclusioni:

«Mi sembrò quindi più profittevole scopo convergere quanto già l’archeologia aveva degli scavi pompejani illustrato, a chiarire più direttamente la vita pubblica e privata degli antichi Romani, da che Pompei ne fosse stata una colonia e così quanto era stato esumato della gentile città porre in armonia con quanto scrittori, storici e poeti di quell’età avevano lasciato a’ posteri ricordato a giovarsi così reciprocamente di commentario e illustrazione.»

e a giustificare l’abbondanza di citazioni inserite nelle sue descrizioni aggiunge:

«Avranno essi forse notato soverchie le citazioni degli autori; ma con quanto or dissi ne troveranno la giustificazione: non era il ripeto, un libro di solo amena lettura che intendevo di fare, ma opera quasi di complemento di classica educazione. E perchè più generale ne fosse il vantaggio, curai apporre in calce la traduzione delle testuali citazioni, approfittando all’uopo delle migliori e più conosciute versioni.»

L’opera si divide in tre volumi.

Nel primo si parte da una descrizione geografico-geologica della regione, e in particolare del Vesuvio, si prosegue con un racconto storico dei rapporti (e dei conflitti) tra Roma e i popoli della Campania, in cui la storia della città di Pompei è solo accennata. Si parla poi della scoperta delle rovine e degli scavi archeologici, e si passa infine a trattare dettagliatamente delle varie parti della città: i Fori, la Basilica, le Curie (occasione per una dettagliata esibizione di erudizione giuridica)

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

Le profonde commozioni che si destano in coloro che, forniti di cuore e di mente, visitano questa antica e interessante città di Pompei, esumata più dal caso che dalla sapienza degli uomini, si traducono in così facili entusiasmi, che il più spesso imperiosamente addomandano d’essere in qualunque modo estrinsecati. ‒ E ciascuno allora opera secondo la propria inclinazione.
Vedesi quindi aperta la gara degli ingegni: l’archeologo va divinando l’uso de’ pubblici e privati edifizj, legge le iscrizioni osche e latine, le interpreta e ne escono quelle splendide monografie di Arditi e di Mazois, di Fiorelli e di Mommsen, di Garrucci e di Overbek, per non dir d’altri molti; lo storico ne ricostruisce le vicende politiche e civili e ne somministra i materiali a tutti quanti si accingono a scrivere degli scavi; l’artista nelle statue e nei bronzi, nelle pitture e ne’ mosaici, negli stili e nelle linee architettoniche tien conto delle condizioni dell’arte ne’ tempi dell’Impero e appajono quelle superbe illustrazioni de’ Nicolini, la Pompeja di Bréton e la terribile tela di Bruloff; la musica stessa si ispira e con Pacini vi delizia e fa fremere negli Ultimi giorni di Pompei, con Petrella nella melodiosa Jone; il letterato finalmente vi accende la fantasia e colla potenza di essa ripopola le deserte vie, rianima le diroccate case, risuscita i defunti uomini e vi trasporta e prima e al tempo della catastrofe e poi al romanzo di Bulwer, dall’egual titolo dello spartito di Pacini, al Pompei di Vecchi, al Curricolo di Dumas, all’Arria Marcella di Gauthier, vi commovete, palpitate, piangete.

Scarica gratis: Pompei e le sue rovine. Volume 1 di Pier Ambrogio Curti.