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Commedia pubblicata a Londra nel 1912 e rappresentata la prima volta nella stessa città l’11 aprile del 1914. Shaw vuole presentare il suo lavoro come basato sull’importanza della fonetica. Ma appare invece molto più una satira nei confronti delle ipocrisie dell’epoca vittoriana e delle relazioni all’interno del mondo borghese.
Il ricco professor Higgins, esperto di fonetica, incontra per caso all’uscita da teatro una fioraia ambulante, Eliza Doolittle, chiacchierona e sgrammaticata e si ripropone di trasformarla in sei mesi in una dama raffinata e dall’eloquio corretto e adatto all’alta società. Il colonnello Pickering, studioso ed esperto di sanscrito, è presente allo sviluppo di questi propositi e scommette con Higgins sulla riuscita dell’esperimento.
Eliza viene accolta in casa di Higgins, vestita e ripulita assume subito un aspetto estetico rilevante. Il padre di lei, netturbino, riesce a farsi dare da Higgins alcune sterline in cambio della sua non opposizione all’esperimento. In breve Eliza è in condizione di essere presentata nel salotto della madre del professore e pur pronunciando con correttezza non riesce ad evitare espressioni che scandalizzano i presenti.
Qui consolida la sua conoscenza con Freddy Hill, col quale già aveva avuto occasione di imbattersi davanti al medesimo teatro dove aveva conosciuto Higgins. Ancora qualche settimana di lezione e Eliza è in condizione di comparire a un ricevimento presso un’ambasciata e figurare come una nobildonna straniera. Higgins vince la scommessa, ma insieme alla cultura e alla raffinatezza Eliza conquista anche una nuova consapevolezza e tiene testa a Higgins mettendo a nudo le sue rozze caratteristiche di prevaricatore ed egoista.
Nel frattempo anche il padre di Eliza diventa, grazie ad un’eredità, un gentiluomo. La commedia si chiude con l’annuncio di Eliza, che sta per recarsi, assieme alla madre di Higgins, al matrimonio “regolarizzatore” del padre, che Freddy è innamorato di lei e con le beffe e le ironie di Higgins in proposito che comunque apprezza di trovarsi di fronte a una “donna” trasformata oltre che nella dizione nel carattere.
Shaw ironizza nella sua appendice sui “lieti fini” obbligati e narra il “fine obbligato” di questa vicenda, che vede comunque una giovane donna costretta a fidare nel matrimonio per mantenere un proprio posto nella società, anche se come negoziante di fiori.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Davanti al teatro del Covent-Garden alle 23,15. Torrenti di violenta pioggia estiva. Fischi che chiamano le vetture partono freneticamente da tutte le direzioni. Pedoni che corrono a ripararsi nel mercato
e sotto il portico della chiesa di San Paolo dove sono già altre persone e tra queste una signora e sua figlia in toilette da sera. Tutti brontolano contro la pioggia, eccettuato un uomo nel fondo che prende delle note, con la faccia rivolta alla porta della chiesa, e pare soltanto e intieramente interessarsi del suo taccuino. L’orologio della chiesa batte il primo quarto.
LA FIGLIA (nello spazio fra i pilastri centrali, addossata a quello di sinistra). Io sono gelata fino alle ossa. Ma che può star facendo Freddy? Son venti minuti che se n’è andato.
LA MADRE (a dritta della figlia). Non è poi tanto. Ma avrebbe dovuto ben procurarci una vettura.
UNO SPETTATORE (a destra della signora). Non potrà trovare una vettura prima delle undici e mezzo, signora; quando cioè i vetturini tornano, dopo aver perduta la speranza di trovar clienti all’uscita dei teatri.
LA MADRE. Ma ci occorre una vettura. Non possiamo rimanere qui fin dopo le undici e mezzo. È un disastro!
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