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Pubblicato nel 1942, il testo risente in parte delle “necessità” autarchiche dell’epoca. Ma nettamente prevale lo spirito di scienziato e ricercatore del Cortesi che produce quindi un testo sistematico sulle principali piante medicinali e officinali che sono o potrebbero essere coltivate in Italia con profitto; per ognuna viene presa in esame la classificazione sistematica, le tecniche colturali, le caratteristiche botaniche, le proprietà farmaceutiche e gli eventuali usi industriali. Naturalmente anche le tecniche colturali hanno avuto un’evoluzione negli ultimi 70 anni ma Le piante medicinali di Cortesi resta comunque un buon manuale sintetico sull’argomento.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
La coltivazione delle piante medicinali va assumendo ogni giorno una importanza sempre maggiore.
Le moderne ricerche hanno, anzitutto, dimostrata erronea l’opinione che si aveva – fino a non molto tempo fa – che le piante medicinali coltivate contenessero una minore quantità di principi attivi (o non li contenessero affatto) in confronto con le medesime specie cresciute allo stato spontaneo. Questa opinione derivava sopratutto dal fatto che la digitale coltivata in terreni calcarei conteneva minor quantità di glucosidi della specie che nasce spontaneamente nei terreni silicei. Io però ho allevato da semi la digitale di Sardegna in comune terra d’orto (cioè ricca di calce) del R. Giardino Botanico di Roma e le sue foglie sono state riscontrate attivissime nelle prove fisiologiche fatte dall’illustre e compianto prof. Gaglio e in quelle terapeutiche eseguite a cura del non meno illustre e compianto prof. Bignami.
La coltura delle piante officinali fatta in terreni adatti, opportunamente preparati, con appropriate concimazioni permette invece di avere delle droghe ottime, ricche di principi attivi; applicando i moderni metodi di selezione e di genetica si possono ottenere prodotti che non solo presentano una maggiore attività, ma che hanno un contenuto di principî attivi costante.
Meraviglioso a tal proposito è il risultato raggiunto dagli Olandesi nelle coltivazioni di Cinchona a Giava: le cortecce di china da esse ricavate contengono costanti ed elevate percentuali di determinati alcaloidi.
Scarica gratis: Piante medicinali coltivate di Fabrizio Cortesi.