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Sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa di Paolo Zocchi, trovato morto il 1 giugno 2009 sul Gran Sasso, a 2300 metri di altezza, dopo essere scivolato in un canalone innevato. Zocchi, 47 anni, era ingegnere informatico e collaboratore dell’onorevole Linda Lanzillotta.
“Paolo Zocchi, scomparso davvero prematuramente, era un appassionato riformista”, ha detto a Diritto Mercato Tecnologia Linda Lanzillotta, ex-Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali (2006-2008) ed ex-Vicepresidente del Senato (2013-2018). “Era convinto che l’innovazione tecnologica fosse una formidabile leva per la trasformazione e la modernizzazione della società, per il miglioramento della qualità della vita delle persone e per il miglioramento della pubblica amministrazione, in tutte le sue declinazioni. Riteneva che per fare questo bisognasse investire molto soprattutto sulla formazione delle persone”.
“L’altra caratteristica fondamentale di Paolo Zocchi era l’approccio innovativo ai progetti che realizzava. Oltre ad aver lavorato all’elaborazione di politiche per l’innovazione, Zocchi ed io abbiamo avuto un’esperienza comune nel secondo governo Prodi: Paolo dirigeva una struttura che si occupava dell’innovazione nelle regioni e nelle autonomie locali. Dette un grande contributo per l’elaborazione di modelli per il coinvolgimento e il convincimento degli enti locali a procedere nella direzione del cambiamento tecnologico. La perdita di Paolo Zocchi, giovanissimo, è stata una perdita molto grande sul piano umano perché era una persona di eccezionali qualità, ma anche sul piano sia teorico che pratico per l’innovazione istituzionale e sociale”.
“Era un grande amico, prima di tutto, e una grande persona. Aveva una grande passione per la tecnologia e per tutto quello che riguardava l’applicazione delle tecnologie alla pubblica amministrazione”, ha detto a DIMT Flavia Marzano, assessora a Roma Semplice e docente in Tecnologie per la pubblica amministrazione presso varie università. “Paolo Zocchi ha fondato l’Associazione Una Rete, e con questa associazione abbiamo organizzato insieme diversi eventi. Forse quello più significativo è stato a San Giuliano Terme (PI): si chiamava La società dell’informazione e della conoscenza in un paese anormale; il sottotitolo era Occasione perduta?, con la speranza che la risposta fosse no. Durante quelle giornate si sono sviscerate le tematiche dell’innovazione nella pubblica amministrazione. Erano presenti molte persone di grandi competenze, di diversi mondi, e molti stakeholder, compresa Linda Lanzillotta, che poi è diventata ministra per gli Affari regionali. Paolo Zocchi è diventato il suo braccio destro, iniziando a lavorare su quanto avevamo ipotizzato insieme in quegli anni”.
“Il supporto alle pubbliche amministrazioni locali era per Paolo un ponte verso la pubblica amministrazione nazionale, per poter poi trovare le vie di uscita da tutti i principali problemi della pubblica amministrazione, che erano e sono soprattutto normativo-regolamentari. A volte il meccanismo si ‘inceppava’, e si inceppa ancora, laddove le regole del gioco sono troppo farraginose, quasi proibitive, per riuscire ad arrivare a soluzioni in tempi sensati”.
“La grande passione per la montagna, dove purtroppo è mancato, era l’altra faccia di Paolo, che stava da solo per camminate di ore, perché era anche un grande pensatore”.
“L’altro suo grande pregio era la grandissima capacità di fare e far fare rete anche a persone diverse, di ideologie e di partiti diversi”, ricorda Marzano. “È riuscito a mettere intorno allo stesso tavolo innovatori di tutti i colori, proprio perché è solo insieme, è solo in squadra, con tutti gli stakeholder che si riesce a fare davvero qualcosa. Io ne sono ancora più convinta, ed è lui che me lo ha insegnato e dimostrato. È chiaro che ognuno poi si differenziava per le proprie competenze e per le proprie idee politiche, però Paolo aveva chiarissimo che intorno al tavolo non ci potevano essere solo giuristi, così come non ci potevano essere solo tecnologi, ma dovevano essere messi insieme, coinvolgendo anche politici e dirigenti di amministrazione, proprio perché ognuno vedeva il grande prisma dell’innovazione della pubblica amministrazione da una faccia diversa”.
“L’innovazione della pubblica amministrazione passa ancora solo ed esclusivamente da una revisione profonda delle regole del gioco. Perché le regole della PA sono state fatte in un’epoca in cui le tecnologie, anche se in parte c’erano, erano meno innovative rispetto ad oggi e molto meno diffuse tra le persone. Adesso uno smartphone ce l’hanno più o meno tutti, quindi l’approccio può e deve essere diverso. In sintesi, insieme, solo insieme possiamo e dobbiamo provare a innovare la pubblica amministrazione anche nel nome di Paolo, per portare a termine quello che lui ha iniziato, con grande capacità di visione, tanti anni fa”.
L’articolo è tratto da: Diritto Mercato Tecnologia, www.dimt.it.