Se in futuro esistesse la telepatia, i politici diverrebbero finalmente sinceri? Se si concedesse il diritto di voto ai defunti, chi vincerebbe le elezioni? Le intelligenze artificiali finiranno davvero per governare il mondo? In caso, per l’Homo Sapiens sarebbe un danno o un vantaggio? Se gli alieni sbarcassero in Italia, la pubblica amministrazione riuscirebbe a gestirli? Abbiamo rivolto queste e altre provocazioni a una squadra di quindici autori, tra cui ingegneri, giornalisti, funzionari pubblici e dirigenti sindacali. Le risposte sono raccolte in questa antologia che, ponendosi come seguito della fortunata silloge “PAntascienza – 15 racconti sulla pubblica amministrazione del futuro”, prova a tratteggiare, sfruttando il fascinoso strumento della narrativa, le forme di governo del nostro domani.

Fantasia al potere, intonavano studenti e operai francesi nel maggio 1968, auspicando che l’immaginazione e la creatività potessero – se non ridisegnare il mondo – almeno colorare la loro giovane vita.

Lo slogan sessantottino echeggia in PAntascienza al Potere, titolo dell’antologia di narrativa curata da Francesco Grasso e pubblicata dall’editrice romana Themis (264 pagine, prima edizione ottobre 2025, disponibile in libreria e su tutti gli e-store).

Ma cos’è la PAntascienza? Il termine, crasi tra PA (noto acronimo di “pubblica amministrazione”) e “Fantascienza” nasce nel 2024 con l’uscita della silloge PAntascienza: 15 racconti sulla pubblica amministrazione del futuro e si riferisce, appunto, a un particolare genere narrativo dedicato alle analisi e alle speculazioni su come l’innovazione tecnologica rivoluzionerà il funzionamento dello Stato e il rapporto tra quest’ultimo e i cittadini.

PAntascienza al Potere, 15 racconti sui governi del futuroPAntascienza al Potere, secondo volume del progetto PAntascienza, riprende il filo del primo volume, e si dedica a immaginare possibili scenari futuri nel campo della politica, delle contese elettorali, delle forme di governo. Quindici penne, impugnate da scrittori, funzionari pubblici, esperti di ICT e di sicurezza, divulgatori, giornalisti e dirigenti sindacali firmano altrettanti racconti – alcuni cupi e distopici, altri umoristici, altri ancora paradossali o volutamente provocatori – su quel che il domani porterà nei palazzi e nei circoli del Potere.

Obiettivo dichiarato dell’operazione è, com’è ovvio trattandosi di narrativa, intrigare il lettore. Ma anche farlo riflettere. Portarlo a chiedersi, ad esempio, come i politici dovrebbero metabolizzare le novità (pensiamo all’intelligenza artificiale, alle reti di comunicazioni, all’impatto dei social sull’opinione pubblica, alle forme di lavoro non tradizionali, all’allungamento della vita, ai droni, ai satelliti, allo sfruttamento dei mari e del sottosuolo) e farne strumenti consapevoli anziché lasciarsene sopraffare.

Ma anche chiedersi fino a che punto i concetti e le parole della politica dovrebbero evolvere, abbandonando gli schemi e il lessico di un passato ormai più che centenario (“fascisti vs. comunisti” suona ormai vetusto quanto “guelfi vs. ghibellini”!) e dovrebbero, invece, cominciare a frequentare il futuro. Interrogarsi sul perché oggi il business sovrasta l’ideologia e l’arbitrio seduce più dell’equilibrio dei poteri; riflettere sul perché tanti si battono, piuttosto che in difesa dei propri diritti, per negare quelli degli altri; chiedersi come sia possibile che il leader di un Paese campione di democrazia decida di umiliare i suoi alleati e plauda invece i peggiori dittatori; domandarsi come superare l’enorme scetticismo e la spaventosa disaffezione (disistima?) che oggi imperano tra i cittadini e coloro che dovrebbero rappresentarli.

I racconti di PAntascienza al Potere contengono queste e altre domande. Non forniscono risposte, solo stimoli alla riflessione (alcuni direbbero “dosi omeopatiche di dubbio”) senza l’ambizione di convincere o indottrinare nessuno.

Non pretendono, soprattutto, di veicolare verità assolute: quelle, occorre che ognuno le cerchi da solo e agisca poi di conseguenza, nelle scelte politiche come in ogni aspetto della vita. Perché delegare, a volte, porta a nascondere la testa sotto la sabbia. “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, insegnava Ghandi. Non sappiamo se il Mahatma, che di rivoluzioni sociali e geopolitica ne masticava come forse mai nessuno, avrebbe apprezzato questa antologia. Ma ci piace pensare che l’avrebbe trovata, almeno, di suo interesse.

Racconti di:

Andrea Angiolino,
Luigi Brasili,
Nicola Catellani,
Marco Carlomagno,
Andrea Franco,
Francesca Garello,
Corrado Giustozzi,
Francesco Grasso,
Monia Guredda,
Giovanni Manca,
Antonio Naddeo,
Michele Piccolino,
Andrea Tironi,
Francesco Troccoli,
Sergio Valzania.

Prefazione di:

Massimo Poletti.

Acquisto