Si conclude, con questo volume, la sezione dedicata ad Omero della collana “I poeti greci tradotti da Ettore Romagnoli” pubblicata da Zanichelli.
Più che nei precedenti volumi, dedicati all’Iliade ed all’Odissea, è qui importante l’opera di curatore di Romagnoli, il quale fa precedere ciascun brano da una introduzione, tanto più necessaria in quanto i testi sono perlopiù poco noti.
L’antologia raccoglie scritti a torto o a ragione attribuiti ad Omero, oltre ad una Vita di Omero. In gran parte si tratta di inni dedicati a varie divinità (Apollo, Ermete, Afrodite. Demetra, Dioniso, Pan). Il volume comprende anche la più nota Batracomiomachia (anche grazie al rifacimento di Giacomo Leopardi), La fornace e i vasai, il Margite.
Sinossi a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
In questo volume gl’Inni Omerici sono disposti in una maniera un po’ differente dalla solita. Ai primi cinque inni maggiori ne ho uniti altri due: «Dioniso o i Pirati» e «L’Inno a Pan», che, insieme con quelli, formano un nucleo che ha vera entità d’arte e di poesia; e ho separati, in un altro gruppo, gli altri, che ne presentano poca o nessuna.
L’indole degl’Inni è tale, che ciascuno di essi vuol essere considerato e discusso separatamente; e perciò, a ciascuno dei maggiori ho premessa una breve introduzione. Tuttavia, non sembrerà superflua qualche osservazione d’indole generale.
La raccolta degli Inni, su per giù quale ora la possediamo, esisteva già ai tempi di Cicerone. Gl’Inni, almeno separatamente, erano già conosciuti dagli Alessandrini, perché Callimaco palesemente li imita. Tucidide conosceva l’Inno ad Apollo Delio, ed esplicitamente lo dichiarava omerico.
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