C’è Odore di CuoreArturo Fabra e Giuseppe D’Emilio recensiscono C’è Odore di Cuore (Giraldi Editore, 2007); segue un’intervista all’autrice Manuela Minelli.

Non lasciatevi trarre in inganno dal titolo e dalla foto soft usata in copertina: C’è Odore di Cuore di Manuela Minelli non gronda melassa sentimentalistica. Il libro raccoglie le narrazioni di un gruppo di donne radunate per il funerale di una comune amica; si tratta di racconti a volte fulminei, a volte più lunghi, tutti accomunati dal tema dell’amore.

Si parte con Giovani amori senili ovvero il costante inseguimento di un amore che non si compirà mai. Bambole è teneramente erotico, dell’erotismo semplice che solo i bambini sanno di avere. Ali di pipistrello – il lettore ne sarà subito consapevole – è un pezzo di vita vera dell’autrice che, comunque, è più o meno indirettamente presente in tutti i personaggi femminili del libro.
Anonimo sarebbe perfetto per costruire il terzo e ultimo film della coppia Meg Ryan/Tom Hanks: se nel racconto precedente è l’uomo ad apparire “poco acuto”, qui è decisamente la donna a farlo, ma, lo ammettiamo, è così tenera che ce lo dimentichiamo. Occhi a mandorla è un momento di poesia che coniuga, non banalmente, amore e morte, mentre con Profumo di rose ci troviamo dalle parti di un fantastico che ci instilla un retrogusto di paura. Abbiamo trovato Conigli il racconto più gradevole, soprattutto per la tecnica di scrittura: la “soggettività oggettiva” della protagonista intrappola il lettore fino allo scioglimento finale.
La terrazza ha la brevità inquietante di alcuni racconti americani e lascia un’immagine “provocatoria” nella mente. Bagliori conclude la rassegna degli amori impossibilmente possibili, con l’analisi sottile di quanto possa essere passionale e contorto il cuore di una donna.

Ma diamo la parola all’autrice.

I libri che affascinano di più, generalizzando, parlano di amore o di morte; il tuo parla di entrambi; dunque non si può sfuggire a questa “regola”?

Eros & Tanatos? Ma no, certo che si può sfuggire! Che il lettore non si lasci ingannare dal primo capitolo o, se preferite, dal racconto iniziale, nel quale la storia d’amore si snoda a ritroso e parte dalla morte dei due innamorati protagonisti. Oddio, certo che pure Occhi a Mandorla e Profumo di Rose e… oddio, ma anche La terrazza… Sapete che non ci avevo mai pensato? Vero è che quando sono nate le storie che compongono C’è odore di cuore ero in analisi e forse questo significa qualcosa. Sicuramente non è stata una scelta voluta, però, in effetti, sembra proprio che la “regola” di Eros & Tanatos sia condizionante.

Da dove viene il tuo sguardo disincantato sull’amore?

Davvero pensate che sia uno sguardo disincantato? Io credo proprio di essere molto incantata dall’amore. Io sono innamorata dell’amore, sempre e comunque. Non potrei pensare di vivere senza. E anche dopo la mia dolorosa e faticosa separazione, peraltro non voluta, di cui ancora dopo quasi otto anni sopporto gli strascichi, non ho mai pensato, neppure per un attimo, di smettere di cercare l’Amore con la A maiuscola. Tant’è che è sì poi seguita un’altra enorme fregatura, ma ora sono “stabilmente innamorata”. Ma anche dovesse finire domani, non smetterei di cercare l’amore sempre, sempre e sempre. Anche perché – lo so, sembra una frase fatta – è l’Amore che fa marciare il mondo.

Le convenzioni affermano che i maschietti sono più cinici in fatto d’amore e le femminucce, invece, restano sognatrici; ma è vero?

I maschietti sono solo apparentemente più cinici riguardo l’amore. A noi donne ci frega e ci ha sempre fregato la famosa favola del principe azzurro. Credo, ma potrei sbagliarmi, che un uomo quando si innamora veramente sa che è per sempre o, almeno, per un lungo periodo. Ci crede parecchio, ecco. Forse entra in ballo anche la storia della conquista della preda ecc. Altrimenti non mi spiego i tanti omicidi “giustificati” per gelosia. È (quasi) sempre l’uomo che uccide, non direi per amore (o per amore malato, un amore psicotico e morboso), piuttosto per lavare l’onta di essersi fatto portare via la
preda… ehm… la “sua” femmina.

Suskind nel Profumo cerca di farci sentire gli odori; tu quello “di cuore” come lo descriveresti?

L’odore del cuore è pane fatto in casa, biscotti croccanti, vaniglia ma anche vinbrulé e ragù cotto nella pentola di coccio (per me l’amore passa, prima che per il letto, per la buona tavola…).

Il tuo prossimo libro sarà Epistolario erotico tra due internauti sconosciuti; solo dal titolo si sospettano capitoli brevi, fulminanti, un po’ come nei racconti di Odore; se è così possiamo parlare di una particolare propensione verso questo tipo di scrittura? E a cosa è legata? Al tuo personale piacere, alla “contaminazione” di Internet?

L’Epistolario erotico è un moderno epistolario, appunto non scritto con la penna d’oca intinta nell’inchiostro, bensì con il meraviglioso mezzo moderno che è Internet. I sentimenti, la Passione, lo Struggimento, l’Amore, l’Erotismo, sono gli stessi di secoli fa. Cambia il mezzo. Non sono racconti, ma email che l’uno scrive all’altro e viceversa. Ma non potrebbero esistere quelle dell’uno senza quelle dell’altro, perché insieme e susseguenti compongono la storia dei due innamorati, fisicamente sconosciuti l’uno all’altro, ma molto più partecipi l’uno dell’altro, più che se fossero amanti reali e non virtuali. Insomma, l’Epistolario è un romanzo fatto di tante email. Non so se ho una propensione per questo tipo di scrittura, “a capitoli” (ma quanti romanzi sono divisi in capitoli? Gli ultimi due che ho letto, Il giorno in più di Fabio Volo e L’Ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn, e che mi sono piaciuti immensamente, erano fatti di capitoli, ognuno con un suo titolo); fatto sta che gli altri lavori a cui sto pensando sono un libro di ricette di cucina, le “mie” ricette di cucina raccolte nel corso di una vita (la mia, appunto) che mi sono state date, anche in segreto, da amiche, amici, zie, cognate, baby-sitter dei figli etc. E per ogni ricetta vorrei raccontare la persona che me l’ha data, una specie di tuffo nella memoria, una specie di Afrodita di Isabel Allende (una delle mie scrittrici preferite), amore e cibo, binomio indissolubile. E l’altro libro che mi piacerebbe pubblicare è una raccolta di una dozzina di favole raccontate, inventate o rivedute e corrette da altrettanti personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport. Come vedete, altri lavori “a capitoli”, “a racconti”. Sarà una mania?Comunque, per un sacco di tempo guardavo a Internet come a qualcosa di diabolico e continuavo imperterrita con la macchina da scrivere. Poverino, non lo conoscevo e mi rifiutavo di farlo. Come gli ho buttato uno sguardo è stato amore a prima vista. Con Internet ormai faccio tutto, non potrei pensare di non accendere il PC, e credo che Internet sia la più grande invenzione del millennio. È anche vero che in vacanza in camper non porto computer e, a dire la verità, non ne sento l’esigenza.
Quali che siano i canali e le modalità con cui si manifesta, l’amore esce dalla lettura di questo libro come un sentimento di fronte al quale non abbiamo difese né possibilità di fuga, da vivere per quello che è quando arriva e, se poi ci dovessimo “bruciare”, resta sempre questa strofa dei Platters:

Oh, so I smile and say
When a lovely flame dies
Smoke gets in your eyes
Smoke gets in your eyes

Chissà, forse l’ “odore di cuore” può anche essere “puzza di bruciato”…

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