Margherita Gadenz, Patrizia Garofalo, Nina Nasilli
Oasi criptate (Edizioni Il Foglio, 2012, pp. 68, € 10,00) ISBN 9788876063664
L’empatia è una dote rara; anzi rarissima. Difficile da reperire, specie coi tempi che corrono.
Le tre poetesse di Oasi criptate ne hanno in abbondanza. Se i versi non bastassero a certificarcelo, potrebbe venirci in soccorso Patrizia Garofalo, ferrarese, autrice di varie sillogi poetiche sempre ben accolte da critica e pubblico, scrittrice e critica letteraria, amica di Paolo Ruffilli e di William Navarrete: «Avevo confessato a Nina e Margherita un mio profondo disagio», racconta a Matteo Bianchi in un articolo apparso su La Nuova Ferrara. «Una mattina ho trovato una mail che diceva ‘aggiungi due versi ai miei’. È iniziata così la nostra storia e la storia del libro che amalgama ricordi, presente e passato riemersi durante un caldo giugno di due anni fa».
Aggiungi due versi ai miei / poche parole, oasi criptate / nella sabbia è ciò che resta del silenzio, esplorato a tutto tondo
Il convivio di una bellezza delibata, centellinata e condivisa piacevolmente (sedute comode e coperte nel salotto della tua casa / fatta per raccogliere ed accogliere, / assaggiamo la tua marmellata di ciliegie sul pane […]); la parola che lenisce e consola. Nello stesso periodo in cui andava componendosi l’ordito di Oasi criptate moriva il padre di Patrizia (Tutto uno scritto su noi in un giorno di dolore e rabbia. / è morto mio padre) e in effetti la silloge è permeata da un sentimento di rarefazione e di assenza.
[…] ma allora chi ha scritto le pagine / che ogni giorno ioËœio […] ho appreso a decifrare? / non è forse mio padre / che mi chiede di guardare / dove lui non può più dire?
Torna la poesia a consolare il mantra / del tuo abbandono civettando con i versi / come fossero labbra d’uomo
Per Patrizia come per Nina, poetessa e pittrice di origine rodigina; per Margherita, insegnante di tedesco in Trentino, abbeveratasi alla fonte dello zio Tullio Gadenz e di Antonia Pozzi, qui al suo esordio editoriale, ‘mancanza’ e ‘ricerca’ sono temi/sentimenti condivisi – quale animo sensibile e creativo non soggiace alla carismatica e idealizzata figura di un padre, sia esso biologico, spirituale o un modello estetico di perfezione cui tendere? Non è forse un padre, dalla notte dei tempi, l’albero sacro della Poesia che Nina evoca in apertura della raccolta? Ecco che il sodalizio di queste tre vestali diviene un mutuo sostentamento; colma il vuoto, nutre e rivitalizza il discorso poetico, lima le asperità di tre personalità così ben forgiate e temprate, ognuna con le proprie peculiarità tematiche e stilistiche, armonizzandone gli interventi. Il carattere in grassetto utilizzato per i testi di Margherita; quello tondo per Patrizia; il corsivo per Nina. La sintonia è tale che la raccolta non ci appare mai franta; al contrario, un testo confluisce nell’altro come idromele in una serie di anfore comunicanti, ne amplia le istanze o le confuta con rispettosa amicizia, propone temi e pretesti, immagini e simboli, getta ponti o ingaggia affettuose contese dialettiche, colloqui intimi e sommessi.
Tu e Nina / vi bagnate le mani nel mare / pettinate i capelli /con lische di pesce / e siete ancora più belle / senza grazia è il mio viso / di roccia dolomia / radice del freddo
aggraziato il tuo viso / mente a se stesso e si nega a carezze / e baci. /( […]) ci sosterrà / l’azzurro che traspare dal tuo sguardo e non smuore
ci si dovesse incontrare / sarebbe profondo respiro / conservato dal sogno / accanto alla penna / […] trascrive l’insonnia / consegna l’alba alla parola
Parole come rondini, che s’involano messaggere di nuove primavere. Come le rondini in copertina, particolare della splendida opera Libera stampa di Ferdinando Franguelli, la veste più consona a un libello come questo. L’incontro c’è stato. Tre poetesse in stato di grazia hanno fatto faville e il lettore si godrà per qualche tempo, immerso nella lettura, il balsamo del loro versi. C’è bisogno d’altro?