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(voce di SopraPensiero)
Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub Il Gioco Degli Immortali di Massimo Mongai.
In punto di morte possono capitare cose strane, come ritrovarsi distesi in una stanza bianca ed avere come interlocutore qualcuno o qualcosa capace di soddisfare ogni tuo desiderio, o quasi. In cambio di cosa?
Ti viene concessa una nuova vita in un posto strano regolato da regole strane. Scopri che una di queste è che non puoi morire perché fai parte di un gioco cosmico, dove ad ogni pedina viene tolta una unica libertà, quella di decidere quando ritirarsi dalla partita.
Sinossi a cura di Marco Totolo
Dall’incipit del libro:
La mia è una storia un po’ complicata.
No, non è esatto, questo è a dir poco un eufemismo. La mia è una storia molto complicata, complicata e lunga al punto che io non so bene come cominciarla; anche perché me ne sono successe talmente tante di cose, e di tanto improbabili, che semplicemente non so «da dove» cominciare. Forse la cosa migliore è cominciare a raccontare quello che è l’ultimo ricordo cosciente che ho della mia vita sulla Terra.
È un ricordo molto vivido. Ricordo che ero in un letto d’ospedale. Credo che fosse l’Ospedale di San Giacomo, il più vicino a casa mia (vivevo a via Frattina, al centro di Roma), dove per forza di cose mi dovevano aver portato; ma non ne sono sicuro, dato che non ci ero mai stato prima; anzi, a dire il vero io non ero mai stato in un ospedale in vita mia, non in un letto per lo meno, non a passare una notte: ero sempre stato molto sano.
Però devo dire che anche alcuni ricordi immediatamente precedenti non sono meno vividi.
In uno ero a casa mia e mi ero appena alzato; mi ero fatto il mio solito caffè, me lo stavo bevendo in cucina, come tutte le mattine, come sempre; in un altro, subito dopo sono in moto, sul lungotevere, quando un imbecille assassino mi taglia la strada proprio davanti a ponte Garibaldi, partendo da fermo alla mia sinistra e diretto verso il ponte.
Mi taglia la strada ed io freno, ma pur rallentando tantissimo la mia moto, una vecchissima ma ben tenuta Honda a quattro cilindri, 500cc Four K, pesante com’è frena sì, ma non tanto da non toccare la macchina, che mi ha tagliato la strada, nella parte posteriore sinistra.
Ed io cado di lato, quasi da fermo, senza poter fare niente. E ricordo che il casco, che avevo infilato ma non allacciato, vola via.