(voce di SopraPensiero)

Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub «La conquista di Roma» di Matilde Serao.

Il romanzo, scritto nel 1885, è incentrato sulla vita parlamentare della Roma umbertina. Protagonista è Francesco Sangiorgio, neoeletto deputato della quattordicesima legislatura. Giunto a Roma dalla Basilicata, pieno di speranze e di attese, incontra il successo e l’amore. Sarà proprio l’amore, non corrisposto, per donna Angelica, la bella e giovane moglie del ministro Vargas, a dare una svolta alla sua vita.

 

Dall’incipit del libro:

La conquista di Roma«Il treno si fermò.
— Capua; Capua. — gridarono tre o quattro voci, monotonamente, nella notte.
S’udì uno strepito di sciabole trascinate e un vivo parlottare fra lombardo e piemontese: un gruppo di ufficialetti, tanto per finire la serata, era venuto a vedere il passaggio del treno notturno Napoli-Roma. Mentre il conduttore chiacchierava, sommesso, col capo-stazione, che gli dava una commissione per Caianiello, e il postino tendeva un sacco di tela pieno di lettere all’impiegato postale ambulante, gli ufficiali, discorrendo fra loro e facendo, per abitudine, risonare i loro speroni, guardavano se qualcuno salisse o scendesse, sbirciavano dagli sportelli aperti se apparisse qualche bel visetto di donna o la faccia di qualche amico. Ma molti sportelli restavano chiusi, con le tendine oscure tese sui vetri, da cui una luce fioca di lampada velata traspariva, quasi uscendo da un’alcova dove già il sonno avesse vinto i viaggiatori: da quelli aperti si scorgevano, nella penombra, dei corpi sdraiati, in un ammasso bruno di coperte, di mantelli e di scialli.
«Dormono tutti», disse un ufficiale: «sarebbe meglio andare a letto».
«Questi saranno due sposini», soggiunse un altro, leggendo sopra uno sportello: riservato.
E poichè le tendine non erano abbassate, l’ufficiale che ardeva di curiosità giovanile saltò sul predellino, e accostò il volto al cristallo: ma discese subito, deluso, stringendosi nelle spalle.
«È un uomo solo», mormorò: «un deputato, certo; dorme anche lui».
«