Grazie ai volontari del Progetto Griffo sono ora online molti nuovi ePub, già disponibili per il download gratuito. Eccoli:
Una vita
di Italo Svevo. Dall’incipit del libro:
Iersera, appena, ricevetti la tua buona e bella lettera. Non dubitarne, per me il tuo grande carattere non ha segreti; anche quando non so decifrare una parola, comprendo o mi pare di comprendere ciò che tu volesti facendo camminare a quel modo la penna. Rileggo molte volte le tue lettere; tanto semplici, tanto buone, somigliano a te; sono tue fotografie.
Il marchese di Roccaverdina
di Luigi Capuana. Dall’incipit del libro:
«C’è l’avvocato», annunziò mamma Grazia affacciandosi all’uscio. E siccome il marchese non si voltò né rispose, la vecchia nutrice, fatti pochi passi nella stanza, esclamò «Marchese, figlio mio, sei contento? Avremo finalmente la pioggia!». Infatti lampeggiava e tuonava da far credere che tra poco sarebbe piovuto a dirotto, e già rari goccioloni schizzavano dentro dall’aperta vetrata del terrazzino. Il marchese di Roccaverdina, con le mani dietro la schiena, sembrava assorto nel contemplare lo spettacolo dei fitti lampi che si accendevano nell’oscurità della serata, seguiti dal quasi non interrotto roboare dei tuoni…
La badessa di Castro
di Stendhal. Scritta nel 1839 fa parte delle novelle ispirate a cronache italiane del Rinascimento. Stendhal ricerca nella storia italiana esempi di “energia”, cioè di passionalità e di istinto. In particolare, per quanto riguarda l’amore e le figure femminili, l’Italia gli offre il motivo di una ricostruzione ideale di un Rinascimento ricco di individualità e di lotte. Dall’incipit del libro:
Il melodramma italiano ci ha mostrato così spesso i briganti del Cinquecento, e tanta gente ne ha parlato, senza conoscerli, che noi abbiamo intorno ad essi le idee più false. Si può dire, in generale, che i briganti costituirono l’”opposizione” contro gli atroci governi che in Italia succedettero alle repubbliche del Medioevo. Il nuovo tiranno fu di solito il più ricco cittadino della defunta repubblica, il quale, per accattivarsi il favore del basso popolo, ornava la città di splendide chiese e di bei quadri.
Corto viaggio sentimentale
di Italo Svevo. Il signor Aghios, protagonista della novella, intraprende un viaggio in treno da Milano a Trieste, durante il quale incontra diversi personaggi, con cui non può far a meno di conversare. La figura del protagonista è infatti quella dell’”inetto” in una sua particolarissima sfumatura: cercando di essere gentile con tutti e sentendosi subito intimamente legato al prossimo, cerca un appagamento interiore; ci appare innocuo, pur nella sua consapevolezza del mondo più volte manifesta, e vorrebbe allo stesso tempo la libertà del viaggio (e dunque la conseguente libertà di non dover nulla a nessuno) e il legame con l’altro, l’aiuto reciproco e la fiducia negli esseri umani.
Attraverso i suoi pensieri capiamo che non abbiamo a che fare con un ingenuo o con uno sprovveduto: la conoscenza dei caratteri e delle debolezze umane lo portano a dare giudizi o a fare considerazioni quasi geniali. Tuttavia, il suo ricercare approvazione e affetto negli sconosciuti lo porterà, sul finale, ad essere derubato proprio da un suo compagno di viaggio che egli aveva appena conosciuto e che aveva addirittura aiutato. Qui, con una parola spezzata, si interrompe il racconto, inaspettatamente. Il lettore non è portato a provare pietà per il protagonista, che appare invece un poco ridicolo: in fondo, il suo egoismo e la sua ipocrisia meritavano la vendetta della cattiveria umana. “Corto viaggio sentimentale” risulta incompleto per la morte dell’autore (Italo Svevo morì in seguito ad un incidente automobilistico nel 1928).
Trattato dei governi
di Aristotele. In Aristotele lo Stato è ridotto al suo vero concetto: l’organo, il mezzo, in altre parole, per cui gli individui raggiungono il proprio fine naturale: la Conservazione e la Felicità. Ma evidentemente lo Stato si dirà tanto più bello e perfetto, in quanto assicurerà nel miglior modo e al maggior numero di individui il raggiungimento di questo fine (dalla prefazione di Cesare Enrico Aroldi). Traduzione di Bernardo Segni. Dall’incipit del libro:
Perché e’ si vede, che ogni città è una certa compagnia; e perchè ogni compagnia è costituita per fine di conseguir qualche bene, chè in vero ogni cosa, che s’opera, è operata per cagione di quello che par bene, è però manifesto, che ogni compagnia ha in considerazione, e in fine qualche bene: e che quella, che infra tutte l’altre è la principalissima, e che tutte l’altre contiene, ha per fine il bene, che è principalissimo; e tale non è altra, che la città, e la compagnia civile.
Il Principe
di Niccolò Machiavelli. Il Principe è un breve trattato politico scritto da Machiavelli nel 1513. Gli argomenti esaminati sono i vari tipi di principato, come i principati si acquistino o si perdano, le milizie proprie e mercenarie, la figura del principe con le caratteristiche che deve avere e i comportamenti che deve adottare per il mantenimento dello stato. La parte finale si concentra sulla situazione dell’Italia del tempo e conclude con l’esortazione ad un principe italiano a creare un nuovo forte Stato che possa liberare l’Italia dal dominio degli stranieri. Machiavelli concentra l’attenzione sulla realtà effettiva della politica e della lotta per il potere, analizzandole così come sono, e non come si vorrebbe che fossero; individua come comportamenti virtuosi, da parte del principe, solo quelli che risultano più utili al mantenimento dello Stato. L’agire del principe deve essere guidato solo da considerazioni di ordine politico; ogni altra preoccupazione, di carattere morale o religioso, è accantonata; il bene supremo è quello che garantisce il benessere dello Stato. Machiavelli separa nettamente la sfera politica e la sfera morale, e questa posizione ha contribuito a rendere la sua opera tanto discussa. Dall’incipit del libro:
Sogliono, el più delle volte, coloro che desiderano acquistare grazia appresso uno Principe, farseli incontro con quelle cose che infra le loro abbino più care, o delle quali vegghino lui più delettarsi; donde si vede molte volte essere loro presentati cavalli, arme, drappi d’oro, prete preziose e simili ornamenti, degni della grandezza di quelli.
Costituzione della Repubblica Italiana
Italia. Versione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 1947.
Entrata in vigore il 1 gennaio 1948 in base alla XVIII “disposizione transitoria”.
Novelle per un anno
di Luigi Pirandello. Le Novelle per un anno sono una raccolta di novelle, La giara e Ciàula le più famose. Molti dei temi e dei personaggi qui raccontati verranno poi ripresi dall’autore nei suoi romanzi e nelle sue opere teatrali. Nel progetto originale le novelle dovevano essere 365, quanti sono i giorni di un anno (da cui il titolo della raccolta). Il lavoro tuttavia si interruppe a causa della morte dell’autore. Dall’incipit del libro:
Aspetta qua, — disse il Bandi al D’Andrea. — Vado a prevenirla. Se s’ostina ancora, entrerai per forza. Miopi tutti e due, parlavano vicinissimi, in piedi, l’uno di fronte all’altro. Parevano fratelli, della stessa età, della stessa corporatura: alti, magri, rigidi, di quella rigidezza angustiosa di chi fa tutto a puntino, con meticolosità. Ed era raro il caso che, parlando cosí tra loro, l’uno non aggiustasse all’altro col dito il sellino delle lenti sul naso, o il nodo della cravatta sotto il mento, oppure, non trovando nulla da aggiustare, non toccasse all’altro i bottoni della giacca. Parlavano, del resto, pochissimo. E la tristezza taciturna della loro indole si mostrava chiaramente nello squallore dei volti.
Racconti straordinari
di Edgar Allan Poe. Dall’incipit del libro:
Nella gloriosa guerra che l’America sostenne contro l’Inghilterra per rendersi libera, si distinse il quarter master general Poe, che apparteneva a ragguardevole famiglia di Baltimora. Il figlio di questi stava studiando legge, quando una sera a teatro vide Elisabetta Arnold, un’attrice celebre più per la sua bellezza che per il suo ingegno. Vederla, innamorarsene pazzamente, sentire di non poter più vivere fu un punto solo. Lo studente lasciò le Pandette e si fece artista comico per non separarsi dalla bellissima donna.