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Amleto
In generale, nel panorama letterario di tutto il mondo, l’Amleto è una delle opere più famose e nello specifico della produzione shakesperiana è, senza dubbio, tra le opere maggiormente rappresentate del poeta e drammaturgo inglese. Fu scritta probabilmente tra il 1600 e l’estate del 1602 ed è stata tradotta in quasi ogni lingua del mondo. In questa tragedia Shakespeare, attraverso una finta follia impersonificata da Amleto, descrive in modo pressoché perfetto il tema della vendetta, ma la particolarità e il fascino dell’opera risiedono proprio nel fatto che è ricca di sfaccettature, di contenuti, di argomenti che coesistono con il tema principale, e danno alla tragedia una veste nuova e moderna, anche se basata su una struttura convenzionale.
La tempesta
La tempesta (The Tempest) è una commedia drammatica in cinque atti scritta da William Shakespeare tra il 1610 e il 1611. Ambientata su un’isola imprecisata del Mediterraneo, racconta la vicenda di Prospero, duca di Milano in esilio, che trama per riportare sua figlia Miranda al posto che le spetta, utilizzando illusioni e manipolazioni magiche. Antonio, fratello di Prospero e usurpatore del ducato, Alfonso, Re di Napoli e complice di Antonio nella deposizione di Prospero e Ferdinando, figlio del Re Alfonso, stanno navigando per il mare in ritorno da Cartagine, quando vengono travolti da una tempesta invocata dallo stesso Prospero. La tempesta li fa naufragare, incolumi, sull’isola. Qui, attraverso la magia e con l’aiuto del suo servo Ariel, uno spirito dell’aria, Prospero riesce a smascherare l’animo meschino di Antonio, a redimere il Re e a far innamorare e sposare sua figlia Miranda con il principe di Napoli Ferdinando.
Tre uomini in una barca
di Jerome K. Jerome.
Il romanzo, uscito nel 1889, nacque originariamente come opera contenente notizie storico-letterarie, utili per una guida turistica, e avrebbe dovuto intitolarsi La storia del Tamigi. L’editore fece tagliare le divagazioni storico culturali, creando i presupposti per l’enorme successo del libro, snellito rispetto al racconto originale, ma pieno di gag umoristiche. L’opera vendette un milione e mezzo di copie nella sola Gran Bretagna. I tre amici, Jerome, Harris e George, assieme al fedele cane Montmorency, viaggiano per giorni sulla loro imbarcazione, risalendo la corrente del fiume Tamigi, lungo le campagne inglesi. Il «cammino» è costellato da una serie di gag comiche sulle gioie e sui dolori della vita in barca, unite a divertenti divagazioni che costituiscono storie a sé stanti, nel miglior stile dello humour inglese.
La lettera scarlatta
La lettera scarlatta, pubblicato nel 1850, è un classico della letteratura statunitense scritto da Nathaniel Hawthorne. Ambientato nel New England puritano nel XVII secolo, il romanzo racconta la vicenda di Hester Prynne e del suo rifiuto di rivelare il nome del padre della sua bambina, nata da una relazione adulterina. Hester lotterà per crearsi una nuova vita di pentimento e dignità. Hawthorne esplora i temi della grazia, della legalità e della colpa.
Una discesa nel Maelstrom
di Edgar Allan Poe.
Un gruppo di pescatori norvegesi con la loro barca si imbatte in una improvvisa e violenta tempesta. La piccola imbarcazione viene sospinta dai flutti delle onde al centro di un immenso vortice perenne presente in quella zona, chiamato maelström. Per i pescatori è impossibile sfuggire a quel fenomeno naturale: una volta che si viene attirati verso il centro, infatti, si apre un abisso a forma di cono, che scaraventa la barca sul fondale con incredibile violenza.
Il Drago e cinque altre novelle per fanciulli
di Luigi Capuana.
Capuana è uno dei padri del verismo. Tra le opere narrative migliori dello scrittore siciliano sono da annoverare le novelle ispirate alla vita siciliana. Molte non nascono da un interesse per il patrimonio folkloristico, né vengono classificate come documenti della psicologia popolare, ma prendono vita dall’invenzione dell’autore. Sotto questo titolo sono raccolte sei novelle per fanciulli. Con il Drago che apre la narrazione.
Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura
di Antonio Gramsci.
Per Gramsci, tutti gli uomini sono intellettuali, dal momento che non c’è attività umana da cui si possa escludere ogni intervento intellettuale. Non si può separare l’homo faber dall’homo sapiens, perché, indipendentemente della sua professione specifica, ognuno è a suo modo un filosofo, un artista, un uomo di gusto, partecipe di una concezione del mondo e di una consapevole linea di condotta morale. Ma non tutti gli uomini hanno nella società la funzione di intellettuali, essenziale nella costruzione dell’egemonia culturale.