Marrama era il braccio destro di Matilde Serao nella redazione di «La settimana, rassegna di lettere, arti e scienze» e, oltre a tenere rubriche di critica teatrale firmate con lo pseudonimo “Ariel”, pubblicava articoli, novelle e poesie. Tra questi scritti si sono scelti quelli radunati in questo e-book che testimoniano la versatilità dell’autore che spazia dal racconto umoristico al fantastico-macabro, dall’articolo di costume e di storia a poesie che sono talvolta di stampo elegiaco, talvolta leggermente ironiche, spesso pervase dalla nostalgia per la sua regione, l’Abruzzo, che compare anche in qualche racconto – per esempio è la regione d’origine della “poetessa” protagonista del racconto L’intrusa –.

La capacità di rendere ottimamente atmosfere inquietanti, già note a chi ha letto i racconti della raccolta Il ritratto del morto, la ritroviamo in La vasca e L’altra. Messaggi appuntati su una rivista nella sala d’aspetto di un dentista conducono ad un finale imprevedibile non solo per il lettore ma persino per il protagonista in Come andò a finire. Il rapporto tra un pittore, una coppia di girovaghi e un leoncino porta a un epilogo che si può solo immaginare in Sultan.

La scrittura è sempre garbata, lo stile privo di impennate è sempre godibile e scorrevole e la raccolta rappresenta quindi un esempio significativo dell’attività letteraria di un autore oggi poco noto ma che fu attivo e apprezzato all’inizio del secolo scorso.

“Pentima”, località in provincia di L’Aquila dalla quale vengono datati e firmati alcuni racconti e poesie, è in realtà l’attuale Corfinio a cui l’autore ama riferirsi con l’antica denominazione romana.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit della prima novella Come andò a finire:

««Il dentista», ha detto un bello spirito, «è un uomo che mangia coi denti degli altri»; e il cavalier Molinella, dentista brevettato e specialista per le malattie della bocca, poteva ben dire, dopo diciotto anni di professione, dopo aver strappato parecchie centinaie di molari e averne rimesse parecchie altre centinaia, che i denti degli altri gli procuravano, oramai, una digestione serena e deliziosissima, aiutata da un buon bicchierino di kummel, da un minghetti, possibilmente biondo, e dall’allegro chiacchierìo della mogliettina, giovane, molto giovane, e anch’essa bionda come i minghetti preferiti.
I maligni, i colleghi invidiosi dicevano – è vero – con quella stizza che prova come anche i dentisti finiscano col mostrarsi i denti fra loro, che l’anticamera del cavalier Molinella fosse sempre affollata non tanto di sofferenti quanto di «amici» ed «amiche» che si dessero dei fugaci convegni lassù, in quel grazioso salotto al quarto piano, lontani da vigilanze sospettose; ma tutto ciò non dava punto noia al buon cavaliere che, oramai, lasciava correre e si divertiva un mondo quando il cameriere introduceva nel suo gabinetto un giovanotto o una giovane signora che, sedendo sulla poltrona delle… esecuzioni dentarie, finivano col confessare che, in fondo, non soffrivano molto, anzi non soffrivano per nulla, ma desideravano, in ogni modo, di esser visitati con cura, per precauzione, naturalmente.

Scarica gratis: Novelle e poesie di Daniele Oberto Marrama.