(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Momenti della vita di guerra di Adolfo Omodeo.

Il cinquantenario della Grande Guerra ripropose un vivace dibattito su questo momento cruciale della nostra storia recente, che non si conclude come vittoria militare, ma si prolunga nella crisi che porterà il fascismo al potere.
L’intervento, la condotta della guerra, le responsabilità della classe politica e dei militari, i rapporti tra le truppe, i comandi, e il paese, le conseguenze dello sforzo bellico, le inquietudini del «dopo»: sono i temi-chiave su cui si soffermano molte opere di quel periodo (ricorderemo tra le tante Isonzo 1917 di Mario Silvestri) che si cerca di illuminare mediante la rilettura del copioso materiale già edito.
In quest’ambito Einaudi ripropose questa raccolta di lettere di soldati, sottufficiali e ufficiali, noti e meno noti, che dal fronte scrivevano alle famiglie, che lo storico Omodeo ha scelto e commentato fornendo uno spaccato significativo delle speranze, emozioni, delusioni, dubbi e certezze che caratterizzarono una generazione che si consumò in percentuale non irrilevante in una guerra devastante.

Sinossi a cura di Catia Righi

Dall’incipit del libro:

Rievochiamo per un momento qualche guerra del passato: le campagne garibaldine. Il loro senso e la loro particolare fisionomia noi li afferriamo nella rievocazione e nella sintesi di concreti episodi e di stati d’animo significativi. Da essi traluce sempre qualche cosa che trascende la particolarità; s’irradia un animo che si leva a momento ideale di quelle lotte. Ricorderemo i combattimenti sul Gianicolo, la rabida furia del Bixio, il Masina spronante il cavallo su per le scalee del Casino dei quattro venti, la disperata difesa del Vascello, le morti del Manara, del Dandolo, del Morosini, del Mameli; seguiremo i Mille erranti per i latifondi e le montagne di Sicilia, rievocheremo gli episodi della lotta a Palermo, a Milazzo, al Volturno, risentiremo la poesia dell’Abba. In questo processo si maturerà il nostro concetto delle guerre garibaldine, come di eroiche romantiche avventure. La difesa di Roma, senza speranza alcuna di successo, ci apparirà quale effettivamente fu: una difesa suprema dell’onore d’Italia: in grande, una di quelle singolari tenzoni celebrate dai romanzieri del Risorgimento, tra i volontari d’Italia e l’esercito francese; ciò che salvò con l’onore, la fede e la speranza della sorgente nazione. La spedizione dei Mille la sentiremo come il vertice d’una volontà matura, che scuote e scorre la penisola, e raccoglie insieme tutte le forze costituitesi nella lunga vigilia. Il balenar degli animi negli episodi particolari spiega aspetti e intrinseche necessità delle superiori direttive della guerra. Sentiamo pienamente la necessità del particolare come carne e sangue della storia.