Pubblicato Memorie di pubblica economia di Saverio Scrofani.
Dall’incipit del libro:
Prima di trattare dello stato attuale della Sicilia, e di tutto ciò che potrebbe farsi in suo vantaggio, egli è impossibile che non si dia una scorsa rapida alla sua natural posizione, e a ciò ch’ella è stata anticamente. Essa è l’isola la più grande del Mediterraneo, e divisa con un piccolo stretto dalla punta la più meridionale dell’Italia.
La sua posizione è tra 30,7.°, e 33,25.° di longitudine, e tra 36,3.°, e 38,12.° di latitudine; il mar Jonio la bagna al Levante, il Tirreno al Settentrione, l’Africano al Mezzodì ed al Ponente. Quest’isola triangolare anticamente detta Trinacria da’ suoi tre promontorj, e poi Sicilia da’ nuovi suoi abitatori, ha 474 miglia di giro. Tutto all’intorno ella è abbondante di grandi e piccoli porti, di rade e di seni, sicuri e capaci per ricevere e le grandi armate ed i piccoli bastimenti. Ella contiene presso a poco un milione e mezzo di abitanti, e questi di un talento penetrante ed acuto: fino ad ora si risente in loro lo spirito attivo delle prime colonie Tirie, Greche, Cartaginesi, dalle quali han tratta principalmente l’origine. Sarebbe lungo il descrivere la fertilità del suo suolo, conosciuta sin dalla più alta antichità; inutil sarebbe s’io volessi tutti riportare i documenti che la contestano. V. M. non ignora ch’essa fu uno dei luoghi scelti principalmente per l’emporio delle ricchezze dei Fenicj e dei Tirj; ch’essa fu uno dei principali oggetti della superbia dei Greci e del commercio dei Cartaginesi; ch’essa fu la cagione della prima guerra Punica tra le due fiere repubbliche di Cartagine e di Roma; che la gelosa patria d’Annibale riserbolla sempre a se in tutti i trattati di commercio, e che l’orgogliosa repubblica di Roma non fu mai tranquilla, malgrado la conquista di tutto il mondo, finchè non la rese sua tributaria.