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Non a caso Farinelli intitola Lord Byron il suo saggio, nel quale evidenzia il carattere aristocratico del poeta, il suo disprezzo per il volgo, ed attribuisce al suo sdegno contro la vita, al bisogno di combattere, di elevarsi al di sopra delle miserie umane, il suo schierarsi contro le oppressioni. Considerato dai patrioti come Mazzini un eroe, è in realtà un solitario alla ricerca di emozioni forti, che non sa vivere senza straziarsi nella tragedia.
Non ha ideali, non ha fedi, ma ha sentimenti violenti, incontrollati, che erompono con violenza e infiammano i suoi versi. In essi la sua foga passionale si esprime senza misura: “La veemenza gli distrugge la grazia, la delicatezza e tenerezza”. Quello che sopravvive della sua poesia, dice Farinelli, sono gli spettacoli di natura, sempre animati e mutevoli: il placido mormorio delle onde, ma soprattutto l’infuriare delle tempeste esprimono i dissidi, le angosce del suo cuore.
Sinossi a cura di Catia Righi
Dall’incipit del libro:
Quando Lord Byron venne a morte, tra le mille voci di rimpianto che si sollevarono qua e là per il mondo, si udì pur quella del massimo poeta de’ tempi, vegliardo fatto incerto ancora sugli ultimi destini e le esperienze che accordava al suo Faust – «La stella più fulgida di un secolo di poesia è tramontata» –. Spariva d’un tratto, e nell’anima restava lo stupore e lo sbigottimento. Quel ribelle, pieno di foga e di tumulto, se l’era stretto al cuore il poeta, tutto saggezza e divina calma e armonia; per un decennio l’aveva seguìto in ogni tappa; e perdonava, infinitamente più generoso per lui che per altri, l’eterna inquietudine e turbolenza, l’ipocondria insanabile, la vita dissipata e il tormento inflitto all’arte. Restava nel Lord, altero e eccentrico, non so che di primitivo e di barbaro, una natura sempre fuori del comune, l’audacia, la spavalderia, la grandezza («Grandiosität»). Sulle turbe spiccava una personalità vera e possente, quella personalità, in cui il Goethe vedeva il suggello del divino. Non lo potevano comprendere i filistei e i pedanti; lui, Goethe, doveva ammirarlo e compatirlo ad un tempo; e avvertiva il traviare e delirare inevitabile di tutti i giudizi sulla poesia byroniana, straziata e scissa, dominata dalla passione, e non mai sollevata sulla sua torbida marea; pensava al suo proprio «Sturm und Drang», all’ardenza sua di gioventù, che ritrovava nel poeta britannico. Il suo passato era sommerso, e sembrava rivivere nello spirito del compagno, lanciato a tutte le tempeste della vita.
Scarica gratis: Lord Byron di Arturo Farinelli.