(voce di SopraPensiero)
I compiti a casa possono essere un grosso problema, come ben sanno i genitori di bambini in età scolare. Si oscilla dall’eccesso di considerarli come qualcosa di superfluo e ingombrante da fare il più in fretta possibile (magari al posto del bambino, per poi mandarlo subito a giocare) a quello opposto, in cui la perfezione dei compiti a casa è lo specchio che rivela la bontà di quanto appreso a scuola. Sono troppi? C’è bisogno dell’aiuto di un docente privato? Ci si fa mille domande al riguardo e si finisce spesso per porsi la domanda cruciale: siamo buoni genitori? Stiamo facendo davvero tutto il possibile per nostro figlio?
Al di là delle apprensioni, delle esagerazioni e delle caricature, quello dei compiti a casa è effettivamente un punto nevralgico per l’educazione del bambino. Se da un lato è impossibile rinunciarvi (insegnanti e pedagoghi non cessano di domandarsi se sia possibile rimuoverli tout court dalla scuola; tuttavia essi continuano a costituire un momento indispensabile di autonomia nell’apprendimento), d’altro canto si dovrebbe evitare di sovraccaricarne l’importanza, investendo anche il bambino di responsabilità eccessive. Angelica Moè, docente di psicologia e Gianna Friso, psicologa, offrono un manuale semplice ad uso dei genitori (non solo di quelli in difficoltà: i compiti a casa sono un problema di tutti), dal taglio pratico tipico delle edizioni Erickson, ricco di tabelle e immagini esplicative. In appendice, alcuni strumenti utili per lo studio, a uso dei ragazzi.
A. Moè, G. Friso, L’ora dei compiti. Come favorire atteggiamenti positivi, motivazione e autonomia nei propri figli, ed. Erickson, 2014, pp. 133, euro 14,50.