Le vicissitudini delle edizioni Corbaccio, affrontate dal suo giovanissimo editore Enrico Dall’Oglio, sono raccontate in maniera dettagliata e interessante da Ada Gigli Marchetti nel suo libro Le edizioni Corbaccio: storia di libri e di libertà.

L’impegno democratico e antifascista, che costò all’editore non pochi sequestri, lo costrinse addirittura all’esilio in Svizzera ma non a rinunciare ad aprire spazi intellettuali e culturali indirizzati a far conoscere in Italia l’opera di scrittori che potevano operare in paesi più liberi e culturalmente meno rattrappiti da un soffocante apparato repressivo. In quest’ottica le edizioni Corbaccio fecero conoscere in Italia, in un periodo così cupo come il ventennio fascista, autori come Lawrence, Dos Passos, Thomas Mann, Galsworthy. In questo programma trovò posto anche questo Lo scialle di Manilla (The Bright Shawl) dello statunitense Joseph Hergesheimer. Il romanzo, scritto nel 1922 e tradotto in italiano da Luigi A. Garrone (vedi in questa stessa biblioteca Manuzio) nel 1933, è ambientato nella Cuba degli anni ’70 del XIX secolo, sotto la dominazione spagnola, nella fase nella quale la borghesia cubana maturava sempre più forte l’insofferenza nei confronti del governo spagnolo, che non mancava ovviamente di esercitare la propria attività repressiva.

La storia prende le mosse dalla vicenda di Howard Gage, un giovane di ritorno dalla Prima Guerra Mondiale, e di suo zio Charles Abbott, che fatica a comprendere la disillusione delle giovani generazioni in seguito al conflitto. Le loro diverse visioni del mondo e le ideologie contrastanti di gioventù e vecchiaia costituiscono il fulcro della narrazione, offrendo un’esplorazione critica dell’idealismo, dello scopo e del peso emotivo del cambiamento sociale. All’inizio del romanzo, Charles Abbott riflette sul nipote Howard, che incarna una modernità inquietante definita dalla sua mancanza di ideali e da sentimenti di amarezza verso la guerra e la sua glorificazione. Mentre Abbott ricorda la sua giovinezza all’Avana, si confronta con sentimenti di perdita non solo per il passato, ma anche per i valori sociali che sembrano essersi deteriorati rispetto ai suoi tempi. La realtà contemporanea è posta in contrasto con i suoi ricordi di una giovinezza dominata da ideali e passione, dove emergevano figure come quella di Andrés Escobar, che incarna una nobiltà d’animo non più riscontrabile nel mondo contemporaneo. Come in altri romanzi dello stesso autore sia Charles che Andrés sono giovani eroi coraggiosi e forti, portatori di lucida serietà. In particolare Charles Abbott è spinto da un sentimento di umana devozione per la libertà e la lealtà.

The Bright Shawl si pone quasi in diretto proseguimento con il precedente romanzo Cytherea i cui ultimi capitoli sono ambientati appunto a Cuba. È una Cuba di quaranta anni prima rispetto a quando fu scritto il romanzo (1922) e vista attraverso il ricordo di un americano, Charles Abbott, ormai ben oltre la sessantina. Ma mentre Cytherea fu definito dalla critica un “romanzo crudele”, The Bright Shawl è invece romanzo moderno ricco di storia, di anelito di libertà, di passioni travolgenti. Andato da giovane all’Avana, determinato a morire per la libertà cubana, Charles Abbott visse un anno di ardenti idealismi, di patriottismo, amicizia e amore, così commovente a posteriori che i razionalismi dei giovani ai quali guarda con occhi di anziano gli sembrano motivo di pietà. Questo ricordo di un anno fervente, “come un lampo nel crepuscolo del passato”, è evocato da una nota musicale e da uno scialle dai colori barbarici che per lui è simbolo di fuoco tropicale e ardore giovanile, aspirazione e abnegazione, cervelli sanguigni e cuori romantici – tutto ciò che alla sua mente invecchiata manca nel mondo nel quale si trova ormai a trascorrere i suoi ultimi anni.

I capitoli che trattano della dedizione e della ricerca di Charles Abbott di un possibile martirio, sono intrisi di una sottostante ironia, attraverso la quale si stenta a comprendere se più giusto sia soffermarsi maggiormente sulla delicatezza e la tenerezza del ritratto o sulla quieta forza dello stile. Al lettore attuale, tuttavia, può sembrare che molti passaggi stilisticamente perfetti siano carenti sul piano del ritmo, che qualche brusco passaggio o una certa distorsione nel dialogo possa appannare la soddisfazione che si potrebbe trarre dalla lettura. La questione non è di poco conto se consideriamo come negli anni venti nella letteratura statunitense stesse evolvendo – anche e forse soprattutto ad opera di Hergesheimer – uno stile innovativo destinato ad avere solido ma abbastanza effimero successo.

Per quanto riguarda i personaggi, Hergesheimer aveva già dimostrato la sua capacità di ritrarre le donne, e la ballerina La Clavel spicca certamente in questa sua galleria. È un personaggio potente, anche se forse il suo potere risiede più nelle suggestioni della sua personalità che in qualsiasi cosa dica o faccia, ma credo si tratti di una caratteristica che risalta nei personaggi meglio tratteggiati in ogni esperienza letteraria. Il culmine viene raggiunto durante il suo disperato combattimento con lo spagnolo Santicilla, narrato in maniera davvero efficace tanto che non solo avvince durante la lettura, ma rimane impresso indelebilmente anche nella memoria. Tra i personaggi maschili, risalta la mente instabile e depravata dello spagnolo Santicilla.

Sebbene The Bright Shawl sia stato spesso considerato, forse a causa della sua brevità, solo un intermezzo tra opere più organiche dello stesso autore, possiede un fascino che è certamente associato con la tenerezza che l’autore riesce ad esprimere, tenerezza sempre controllata, talvolta quasi celata, ma comunque percepibile e genuina. Come in diverse altre sue opere l’esito della trama si risolve in una sorta di sublimazione compensatoria, un raggiungimento di trascendenza ottenuta all’ultimo atto. Infatti Charles si trova di fronte a questa alternativa: la lealtà verso il suo amico cubano, Andrés Escobar, o la salvaguardia della propria incolumità. In dilemmi come questi, l’eroe della narrativa di Hergesheimer antepone invariabilmente l’onore e l’idealismo e compie il sacrificio necessario, spesso quella della stessa vita. Charles Abbott perde invece il suo ruolo nella lotta per l’indipendenza cubana, ma il suo gesto non è meno eroico del sacrificio estremo.

Come altre opere di Hergesheimer anche The Bright Shawl ebbe, appena un anno dopo la sua pubblicazione, una fortunata trasposizione cinematografica che resta uno dei film più importanti dell’epoca del cinema muto. Nel film viene posto l’accento molto più sulla vicenda sentimentale che su altri aspetti, tuttavia l’esperienza di un regista come John Stuart Robertson – che aveva diretto due anni prima la versione cinematografica di Dr. Jekyll e Mr. Hyde. interpretato da John Barrymore – lo rende particolarmente interessante anche per la magistrale interpretazione di Dorothy Gish – sorella della più nota Lillian – e per la presenza di un giovane Edward G. Robinson, alla sua seconda partecipazione cinematografica, nei panni del fratello di Andrés Escobar, Domingo.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Come Howard Gage se ne fu andato, il fratello di sua madre sedette col capo chino, accigliato e pensieroso. Il suo cipiglio, però, era causato da perplessità piuttosto che da un certo senso di disapprovazione: era perfettamente incapace di comprendere il contegno del giovanotto verso quanto aveva provato nell’ultima guerra. La verità era, Charles Abbott lo riconosceva, che egli non comprendeva per nulla, nulla affatto, i giovani di questo tempo. Invero, se non fosse stato per quanto di interamente assurdo, sciocco, essi facevano costantemente, scusandosi colla loro gioventù, li avrebbe considerati quali persone prematuramente invecchiate. Erano tanto, ma tanto, melanconici.
E pure, data l’allegria delle feste abituali, la quantità di gin che si consumava, non era precisamente melanconia quella che li avvolgeva. Charles Abbott ricercò nel suo pensiero una definizione, una luce, su quest’argomento, oscuro oltre ogni dire. Sì, oscurità era la parola che meglio dipingeva Howard. L’amarezza satirica delle sue allusioni alla «gloriosa vittoria riportata in Francia» era, allora, alquanto fuori luogo. L’impressione che ne aveva ricevuto Abbott era che fosse bestialità soffocata nel fango. Suo nipote era stupefacentemente chiaro, vivace e logico nei suoi ricordi e nelle sue opinioni, non potevano facilmente venir controbattute quando egli le affermava, quasi in un accesso di gelido furore.

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