L’attenzione che Flammarion ha dedicato per decenni a quell’ordine di fenomeni che oggi definiremmo “paranormali” vede in questo testo concretizzare il tentativo di esaminare alcune tipologie di questi fenomeni con metodo “scientifico”.
Lo scopo dell’autore è di ottenere per questi fenomeni – nella fattispecie: manifestazioni telepatiche di persone in punto di morte; sogni premonitori; trasmissione del pensiero; vista da lontano di fatti attuali; – il riconoscimento della dignità spettante ai fatti osservati. Non si avventura invece nella ricerca delle possibili cause e, insieme a Laplace, sottolinea che “ non sarebbe filosofico negare i fenomeni solo perchè essi sono inesplicabili allo stato attuale delle nostre conoscenze”. Allo scopo di raccogliere fatti e testimonianze, l’autore pubblica nel 1899 un appello su Les annales politiques et littéraires teso a ottenere testimonianze tra gli abbonati a proposito di “fatti misteriosi d’apparizioni, di manifestazioni di moribondi o di morti, di presentimenti nettamente definiti”.
Ne risultano centinaia di testimonianze, tra le quali Flammarion sceglie una vasta documentazione vagliata e verificata. L’interesse di una parte del mondo della scienza in quegli anni per i fenomeni di “spiritismo”, telepatia, e in genere per acquisizioni di conoscenza non attribuibile ai cinque sensi riconosciuti, trova in Flammarion un interprete certamente non secondario che ha offerto, nel tempo, nuove prospettive di ricerca. All’epoca di Flammarion si tendeva a previlegiare la parapsicologia sperimentale, che ha manifestato ormai indiscutibili limiti storici e scientifici. L’approccio “naturalistico” – seguito anche dall’italiano Bozzano – con una opportuna revisione critica, rappresenta invece un modello di ricerca di straordinario interesse. Non a caso fin dagli anni ’80 del ventesimo secolo la parapsicologia ortodossa si è parecchio avvicinata alle indicazioni metodologiche di Flammarion; basti pensare alle ricerche di Sybo Schouten (studio di insieme di fenomeni spontanei a confronto – con l’ausilio dell’informatica – con la loro significatività statistica), ma anche all’inserimento da parte di studiosi sostanzialmente sperimentalisti ortodossi di fenomeni spontanei nelle loro rassegne. Mi riferisco soprattutto a Gertrude Schmeidler che definisce questi fenomeni “osservazioni naturalistiche non provate”.
Alla luce di questi fatti non possiamo non vedere questo testo di Flammarion come precursore di un filone metodologico oggi consolidato.
Sinossi a cura di Catia Righi e Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Le aspirazioni universali e costanti dell’umanità che pensa, il ricordo ed il rispetto dei morti, l’idea innata di una giustizia immanente, il sentimento della nostra coscienza e delle nostre facoltà intellettuali, la miserabile incoerenza dei destini terrestri paragonata all’ordine matematico che regge l’universo, l’immensa vertigine d’infinito e d’eterno sospesa nelle altezze di una notte stellata, e, in fondo a tutte le nostre concezioni, l’identità permanente del nostro io, malgrado le variazioni e le trasformazioni perpetue della sostanza cerebrale, tutto concorre a stabilire in noi la convinzione dell’esistenza della nostra anima come entità individuale, della sua sopravvivenza alla distruzione del nostro organismo corporeo.
Tuttavia, la dimostrazione scientifica non c’è ancora, ed i fisiologi al contrario insegnano che il pensiero è una funzione del cervello, che senza cervello non c’è pensiero, e che tutto muore con noi: c’è dunque una contraddizione fra le aspirazioni ideali dell’umanità e ciò che si chiama la scienza positiva.
D’altra parte, non si sa, nè si può affermare che quello che si è imparato; e non si saprà mai altro che quello che si sarà imparato. La scienza sola è in progresso nella storia attuale dell’umanità. Essa ha trasformato il mondo, benchè le sian rese molto raramente la giustizia e la riconoscenza che le son dovute. È per suo mezzo che oggi viviamo intellettualmente e perfino materialmente; in essa sola troviamo luce e guida.
Scarica gratis: L’ignoto e i problemi dell’anima di Camille Flammarion.