(voce di SopraPensiero)

Clara Scardi è una donna ricca che ha appena perso il marito in maniera inspiegabile: è scomparso improvvisamente e non è stato ritrovato altro che l’automobile vuota; sola e incapace di riprendersi dal dolore passa la vita tra lo shopping, lo psichiatra e il curatore del suo patrimonio. Anche Mario Valadier, avvocato, fatica a riprendersi dal suo dolore: sua moglie, Emma, sembra scomparsa nel nulla, e l’ispettore Bertoli non sembra neanche convinto che si tratti di scomparsa, quanto di una banale fuga d’amore…
Opera prima di un’autrice che ha messo da parte la professione di architetto per fare della scrittura la sua occupazione principale, questo romanzo è scritto già con un linguaggio piuttosto maturo; quello che è acerbo, purtroppo, è il contenuto. A partire dalla trama, lenta nel decollo. Ma la vera debolezza sta nella protagonista, Clara; si nota che l’autrice la ama e si attarda a parlarne spesso e volentieri, eppure pare che faccia di tutto per dipingerla come una donna insulsa, i cui comportamenti vanno al di là di quelli imputabili alla depressione per il trauma recente: si reca dal parrucchiere tutte le settimane sempre di venerdì, e ciò nonostante – nell’intento di «prendersi cura di sé» – desidera andarci anche oggi, martedì; impossibilitata a farlo, ripiega su un centro commerciale dove affoga il suo dolore fra trucchi creme profumi e lingerie. Questo per l’intera storia. Possibile che non le venga in mente nient’altro? In più, per tutto il libro si cerca di individuare il filo rosso che rende l’insistenza ossessiva nella descrizione di arredamenti, acconciature e abbinamenti di tinte e stili funzionale alla narrazione; e proprio non si riesce a capire perché, nel bel mezzo di una scena in ospedale – dove è stata ricoverata d’urgenza – il lettore dovrebbe venir messo al corrente che «Qualcuno deve avere aperto una finestra, creando un po’ di corrente che solleva i lembi frontali della lunga vestaglia di seta color grigio perla che Clara indossa, rivelando l’elegante camicia da notte sottostante». Buona la cura editoriale del volume, rilegato. Con la Prefazione dello scrittore spagnolo Alfredo Conde.


R. Balduzzi Gastini, Life on Loan. Vita in prestito, ed. Betelgeuse, 2013, pp. 160, euro 14.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.