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(voce di SopraPensiero)Pubblicate le Lettere triestine di Scipio Slataper.
Dall’incipit del libro:
Conoscete Herzeloide? Ha dato al suo figliolo Parzifal un abito da buffone e insegnamenti sbagliati perché non potesse partire in cerca di avventure e di gloria. E quando parte – e sul serio – il cuor della madre, «ecco, si ruppe».
Quasi nella stesso rapporto di Parzifal a Herzeloide sta la coltura a Trieste.
La quale Trieste, da qualche decennio, si sente una città importante. S’è risvegliata un giorno tra una cassa d’agrumi e un sacco di caffè, pensando che avrebbe dovuto – per la salute – accordare la sua vita ad altro ritmo oltre che allo sbuffo di una macchina, e allietarla non solo con la melodia dell’agente nelle tasche del larghissimo panciotto. Città di traffico, va bene: ma anche Venezia, anche Genova. E anche, perbacco, Firenze, ai tempi di Dante e del Poliziano.
E per di più in lei, come non a Venezia, nè a Genova, nè a Firenze, la lotta per la propria nazionalità – s’avvide nel risveglio – dovrebbe esser fautrice di coltura. Fortunatamente: perché quasi soltanto la resistenza intellettuale è capace di ottundere la gran virtù penetrativa, entusiastica, degli slavi.
Perciò vide con gioia che in lei qualche cosa si muoveva: incomposto, confuso, a volte febbricitante: un qualche cosa che non sa la sua strada.