L’indubbio intento di Jandolo con queste sue memorie era quello di far conoscere e di perpetuare la memoria di tutto ciò che negli anni tra ‘800 e ‘900 rendeva la sua città, Roma, uno stupendo scenario per le attività culturali e per la vita degli artisti e dei nomi del gran mondo che la frequentavano.
Nella pagina dedicata all’opera (vedere link in basso) è disponibile la sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS.
Dall’incipit del libro:
Mio nonno, Salvatore Jandolo, antiquario romano di molte generazioni, nel 1883 possedeva un negozio, un piccolo negozio sul Foro Romano, sulla svolta di via della Consolazione, e precisamente al N. 69.
Era un bel vecchio, alto, complesso, eretto, con la barbetta bianca e una copiosa capigliatura nivea; occhi azzurro-chiari e carnagione abbronzata. Il «Sôr Salvatore» aveva grande pratica con le monete e gli oggetti provenienti da scavo. Lo rivedo come adesso, tutto lindo, con la cravatta svolazzante sul vestito scuro, seduto nel bel mezzo della sua ordinata botteguccia inondata di sole. Quello stesso sole che dorava le superstiti bellezze del Foro sottostante, non disdegnava il negozietto del vecchio antiquario romano dove erano adunati frammenti marmorei, ex voti e lumi di terracotta, armille di bronzo ed altre cianfrusaglie di poco valore.
Scarica gratis: Le memorie di un antiquario di Augusto Jandolo.