Principi, fate, fanciulle, orchi: questi i personaggi che popolano i racconti popolari raccolti dal Basile nel Cunto de li cunti, libro secentesco di fiabe scritto in napoletano e in seguito oggetto di diverse traduzioni in italiano, tra le quali questa del Ferri.

Sono, queste, fiabe per i bambini (titolo del Cunto è anche Trattenimento de li peccerilli, ossia Passatempo per i bambini), ma le storie raccontate, oltre che di timide fanciulle innamorate di intrepidi principi, parlano anche di una fanciulla che uccide la matrigna con un colpo alla testa, di un’altra fanciulla maritata a forza a un Orco – ma l’Orco alla fine muore decapitato – e di altri personaggi e vicende che oggi considereremmo inadatti alla letteratura per l’infanzia.

Alcune di queste fiabe vennero riprese, più o meno modificate, da successivi autori, tra cui Charles Perrault in Francia e i fratelli Grimm in Germania e molti altri, fino alle numerose versioni teatrali e cinematografiche dei secoli XX e XXI.

Sinossi a cura di Ruggero Volpes

NOTE: si ringrazia la Biblioteca Comunale Teresiana di Mantova per la disponibilità dimostrata fornendoci generosamente le scansioni dell’originale.

Dall’incipit della prima fiaba L’urna delle lacrime:

È antico proverbio, che chi cerca ciò che non deve, trova ciò che non vuole, come avvenne alla scimmia, che volendo calzare lo stivale restò presa per la zampa, e come avvenne anche a una brutta schiava, la quale non avendo mai portato scarpe in piedi, volle portare la corona sul capo. Ma, all’ultimo, avendo per inganno usurpato ciò che toccava ad altri, capitò male; e quanto più era salita in alto, tanto fu maggiore la caduta, nel modo che seguita:
C’era una volta il re di Vallombrosa, il quale aveva una figliuola chiamata Zoza, che come il famoso filosofo Eraclito, non si vedeva mai ridere; onde il misero padre, che viveva solo per quest’unica figliuola, s’arrabattava in ogni modo a guarirla di tale malinconia, facendo venire a Corte ogni specie di giocolatori, come quelli che camminano sui trampoli, quelli che sfondano i cerchi, così anche pagliacci, prestigiatori, atleti, animali ammaestrati, cani ballerini, asini che bevono nel bicchiere, e ora l’uno ora l’altro divertimento, ma tutto era invano. Sicchè il povero padre, per tentare l’ultima prova, non sapendo che altro pensare, comandò che si facesse un grande fontana d’olio sulla porta del palazzo.

Scarica gratis: Le fiabe di Giustino Ferri.