Un altro romanzo storico del Barrili, giornalista, patriota, politico e professore di lettere all’Università di Genova, di cui fu anche rettore. Questo romanzo, comparso a puntate sul giornale di cui era direttore il Barrili, il “Caffaro”, è stato digitalizzato a partire dall’edizione Treves del 1874.

La vicenda è stata ispirata all’autore da un soggiorno a Bobbio, in Val Trebbia, adesso cittadina di provincia ma nel VI secolo sede di un grande monastero, fondato da San Colombano. Nella biblioteca del convento, dispersa con l’occupazione napoleonica, l’autore immagina si trovasse un incunabolo scritto da fra Gualberto, monaco del XIV secolo, ricostruito pazientemente in questo romanzo.

Narra Gualberto di essere stato in gioventù marinaio, come tutta la sua famiglia, e di avere imbarcato nascostamente, in Inghilterra, una coppia di amanti in fuga verso la Francia. Il caso vuole che la donna sia la stessa che, incontrata casualmente in Chiesa, aveva per la prima volta acceso il suo cuore di passione platonica. Una tempesta spinge però la nave ad ovest per una dozzina di giorni, fino a Madeira, terra all’epoca disabitata e ricca di frutti, dove la nave si ferma per riparazioni. Una nuova tempesta strappa la nave dagli ormeggi mentre il comandante ed i signori sono a terra; intanto una febbre si porta via la donna, che chiede di costruire un altare sulla sua tomba. I due uomini che l’hanno amata però, non essendoci più la sua anima nobile a fare da paciere, danno sfogo all’odio reciproco e si sfidano a duello mortale. Sopravvissuto al duello, ma ferito, il narratore si riprende nella casa dell’emiro Abderaman, che ha fatti schiavi i marinai sopravvissuti. La figlia dell’emiro si innamora di lui, e lo lascia andare libero, anche se nel cuore del marinaio non c’è più spazio per nessun amore terreno. Il convento lo accoglie quindi fino alla morte.

Autore romantico, il Barrili fu scrittore prolifico ed amatissimo dalle lettrici, per i toni delicati che le vicende amorose assumono nelle sue opere. La sua colpa letteraria è quella di essere raramente in sintonia tra il tono con cui narra le vicende, e le emozioni che esse suscitano nei lettori, oltre ad una certa ripetitività che colpisce chi legge più opere sue.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

PROLOGO.
Nessuna cosa ad uno scrittore, dopo il titolo del suo libro, è più bisognevole d’una buona pròtasi, o cominciamento che dir si voglia. Anche un adagio, prezioso stillato di scienza popolare, ammonisce che «chi ben comincia è alla metà dell’opra»; il che per fermo non s’intenderà esser vero, se non ammettendo che si possa tirare innanzi a furia di sciocchezze, pur di aver fatto bella comparsa in principio. Facciamoci vivi alle mosse; per tutto il rimanente della via è lecito impoltronire, appisolarsi a cassetta (vedete Orazio che ne concede larga perdonanza ad Omero); l’essenziale sta nello svegliarsi, da bravi cocchieri, in prossimità della posta, e, con alto schioccar di frusta e galoppar di cornipedi, mettere il borgo a romore.

Scarica gratis: Le confessioni di Fra Gualberto di Anton Giulio Barrili.