Raccolta di otto brevi racconti pubblicata nel 1914. L’autore sembra rinunciare in queste novelle al per lui consueto linguaggio ricco di sfumature arcaiche che caratterizzano la sua prosa rendendola spesso ostentata e artificiale. Siamo invece di fronte a una prosa spontanea e non caricata, dove l’unica concessione a una certa ostentazione retorica la troviamo nei finali sempre troncati e privi di una vera conclusione, tratto stilistico che appare quasi anticipatore e almeno parzialmente innovativo.
I personaggi femminili sono spesso emancipati e anticonformisti: la novella che dà il titolo alla raccolta presenta infatti una coppia “irregolare” che, bloccata da un guasto dell’automobile, trova alloggio in una canonica. Ma anche in altre novelle il personaggio femminile assume caratteristiche spregiudicate. Gli sfondi di vita agreste, che sono cari al Lipparini, sono spesso presenti, soprattutto raccontando di un irraggiungibile tesoro sul quale grava una implacabile maledizione, e descrivendo un’inesauribile amore materno per un figlioletto scomparso durante un uragano.
Siamo nel 1914 e l’Italia ha da poco firmato il trattato di Losanna che avrebbe dovuto mettere fine alla guerra contro l’impero ottomano per l’occupazione della Libia. Non poteva quindi mancare un racconto esaltante il patriottismo bellico – e se Lipparini avesse rinunciato a quel racconto la raccolta ne avrebbe guadagnato in dignità sia stilistica che di contenuto – nel quale il giovane ignorante – la cui “scarsa cultura si era tutta formata sui giornaletti e sulle concioni dei politicanti socialisti; così che egli aveva da loro succhiato come un secondo latte antimilitarista e antiborghese” – può riscattare i suoi ideali sovversivi, che non gli consentivano di comprendere che “finchè l’Italia non sarà più grande, le vostre idee non saranno altro che generose utopie. E per far più grande l’Italia non c’è altro mezzo che la guerra. E la guerra è santa e necessaria”. Così si esprime infatti il compaesano, ricco ufficiale, incontrato occasionalmente sul teatro di guerra. Ma per riscattare queste, che per l’autore sono imperdonabili e spregevoli incomprensioni, Lipparini sceglie una morte che più assurda e sciocca non potrebbe essere.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del primo racconto La visita pastorale:
Lily Fioretti ed io capitammo un giorno, per caso, nella canonica di un curato, e vi fummo ricevuti con tutti gli onori. Questa è la verità, per quanto possa sembrarvi stravagante. Infatti, io sono un libertino consumato, e Lily è la naturale amica dei libertini.
Noi non pensavamo certo al Paradiso, quel giorno, quando scendevamo velocemente sulla mia automobile rossa la strada tortuosa che dal valico di Sant’Agostino scende alla pianura lontana, lungo un bel torrente fra selve di castagni e boschi cedui di faggi. Lassù, ci eravamo inebriati d’aria e di luce, davanti alla vista maestosa dell’Alpe Apuana, irta e nuda come la roccia dei cerchi danteschi; e anche Lily Fioretti, che non è una stupida, davanti a quelle bellezze aveva dimostrato di esser quasi intelligente.
Scarica gratis: La visita pastorale ed altre novelle di Giuseppe Lipparini.