La storia di Annina (titolo della traduzione italiana del più esplicito titolo originale Die Geschichte von der Hannerl und ihren Liebhabern) è opera del 1913 di Rudolf Hans Bartsch (1873 – 1952), che fu un ufficiale austriaco ed intraprese la sua attività di scrittore nel 1908.

La storia di Hannerl si svolge in un’Austria dove è ancora viva l’eco della dura sconfitta contro i prussiani e del conseguente compromesso con l’Ungheria, che aveva diviso il grande Impero Austriaco in Impero d’Austria e Regno d’Ungheria, politicamente e militarmente uniti ma non nella politica interna. Era nata l’Austria-Ungheria. Fu un periodo in cui, se da un lato l’economia avanzò, la tecnologia ebbe un particolare impulso (diffusione dell’energia elettrica, collegamenti telefonici, esperimenti di volo) e Vienna vide ampliato ed abbellito sontuosamente il centro storico, dall’altro la popolazione risentiva di gravi problemi sociali; Vienna che

«nel sogno degli antichi Absburgo, avrebbe dovuto essere la capitale della terra, sul confine di due mondi, l’ultima città di occidente verso l’Asia: meraviglioso impasto di azione e di sogno, di energia e di mollezza.»

Le sconfitte relativamente recenti rimanevano una macchia ed ispiravano una voglia di rivalsa e di riconquista delle aree balcaniche soprattutto tra i cittadini che maggiormente erano legati al senso di grandezza dell’Impero che l’Austria era stata. In altre e altri restava forte e appagante il senso della natura, delle belle tradizioni di campagna, della bella Vienna che è un miraggio, è la novità. La protagonista della storia, Hannerl / Annina fa parte della seconda schiera; quasi tutti gli uomini che entrano in un modo o in un altro in contatto con lei della prima: appartengono quasi tutti all’ambiente militare, che Bartsch conosceva bene. La scena si apre qualche anno prima del 1908, anno in cui si sta realizzando l’annessione della Bosnia ed Erzegovina.

Nella brevissima Prefazione la poetessa istriana e traduttrice Ada Sestan definisce assai efficacemente Annina:

«Fragile creatura, in cui si combatte la lotta troppo più grande di lei, tra la fantasia e la realtà, tra lo spirito e il senso. Essa la sostiene con l’incoscienza di un fiore che cerca il sole, delineandosi con la grazia incancellabile che ha fatto di questo uno dei più bei romanzi dello scrittore forte e pensoso.»

Annina vive a Wiener-Neustadt, a sud di Vienna quasi al confine con l’Ungheria, allora definita città-giardino. Nell’incipit l’autore scrive:

«Si sa che per due volte nel corso dei secoli, regnò sulla terra la serenità, la gioia del colore e del sogno. Fu quando si amavano i fiori.»

Ne consegue che per la giovanissima donna, che è cresciuta in una città piena di orti e giardini, di fiori e profumi, e che, orfana, è stata allevata da uno zio giardiniere, la vita sia serena e piena di rosee speranze. L’amore, che da piccola le è mancato, è un ornamento della vita, la grande città può essere un ornamento dell’amore. Non ha senso mettersi a contare il numero degli amanti che le sono passati accanto, che l’hanno sfiorata o percossa nel loro passaggio. Annina è un’anima pura, che vive spensieratamente alla giornata, che vuole godere della sua grazia e della sua bellezza, delle gioie della vita e dell’amore, in totale e cristallina libertà, senza alcuna possibile imputazione di amoralità, senza alcuna inclinazione agli intrighi, spesso oggetto di uomini, loro sì, senza morale, pronti a farla soffrire, per i quali l’amore non è “un dono ma una lotta dei sessi, un rapire e soverchiare”.

Annina si trasferisce a Vienna e Bartsch dà un’immagine splendida di questa bella città, piena di giardini, di splendidi edifici, dove peraltro

«Nell’aria estiva passavano fremiti di guerra, bagliori di ferro e di sangue […] Regnava un’eccitazione incredibile, una vitalità senza eguali; desiderio e peccato, leggerezza, ambizione, scapigliatura, scherzi audaci…. e tutti i cuori bruciavano di brame segrete… Per l’amore? Per il successo? Per la pace che regna nella natura? Per la vanità e la gloria? Per la libertà? Ah! per tutto questo, ed altro ancora.»

Ad Hannerl, che resta e vuol restare sempre una bimba, anche nel turbinio della grande città, amata dal più integerrimo dei funzionari di Stato, questo non è consentito. Il suo destino ha da essere un altro. La bella farfalla deve essere ‘inchiodata sulla terra’, perché l’uomo ancora una volta ne sia il padrone.

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi

Dall’incipit del libro:

Si sa che per due volte nel corso dei secoli, regnò sulla terra la serenità, la gioia del colore e del sogno. Fu quando si amavano i fiori. Nel dodicesimo secolo, ed al principio del decimonono. In quel tempo dolce e luminoso in cui tutte le case erano cinte da giardini, gli uomini erano migliori e più felici di adesso: nel loro piccolo mondo discreto.
Chi aderisce alla pianta è un osservatore della vita. – Vi è ancora qua e là qualche estensione di terra fiorita, con gli steli che verdeggiano nella luce dorata del sole. Forse in Olanda. Certamente a Wiener-Neustadt, la gentile città giardino, ai confini dell’Ungheria, vigilata dalla maestà delle Alpi, e adagiata in una posizione così piana, che le innumerevoli acque, le quali scendono dalle alture, la solcano con la pigrizia di serpi addormentate.
Queste molte acque sono coltivatrici meravigliose di frutta, di viti, di legumi, di verzura e di fiori per Vienna, che le distà di un’ora di ferrovia. Ci sono, credo, tremila giardinieri nei dintorni di Wiener-Neustadt. Hanno ognuno la loro casetta, tra i cavoli, l’insalata, il prezzemolo, le siepi di sambuco, e fiori, fiori, fiori.
Andarvi in luglio, quando la flora estiva è in pieno rigoglio! Vi si sprigiona una tale sinfonia di colori in cui canta la felicità di essere così belli, così vivaci e numerosi.

Scarica gratis: La storia di Annina di Rudolf Hans Bartsch.