La domanda alla base del saggio è: se la storia è conoscenza, cosa spinge una teoria ad attuarsi in pratica? Domanda particolarmente attuale negli anni Trenta, in cui si contrappongono i fautori dell’assolutismo morale contro chi “legge” nella storia la morale che si invera.
Nella pagina dedicata all’opera (vedere link in basso) è disponibile la sinossi a cura di Gabriella Dodero.
Dall’incipit del breve saggio:
La critica dei libri di storia va incontro alle medesime o alle analoghe difficoltà della critica dei libri di poesia. Taluni addirittura non sanno, dinanzi a quelli come a questi, da qual parte debbano prenderli e non riescono ad afferrarne il filo che li congiunga alle loro menti; altri li assaltano con criteri estranei ed arbitrari, molteplici, eclettici e sconcordanti; e solamente i pochi ne giudicano rettamente con l’unico criterio che è quello conforme alla loro natura. In Italia, negli ultimi anni, questi pochi sono, senza dubbio, cresciuti di numero; ma, quando io torno con la memoria sugli anni della mia giovinezza, tra l’ottanta e il novecento, mi pare che allora una critica e storia della storiografia esistesse anche meno di una critica e storia della poesia.
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