(voce di SopraPensiero)

A volte è il traduttore a rendere grande l’edizione di un libro in lingua straniera. È questo il felice caso di La scienza della libertà, di Zygmunt Bauman, appena edito da Erickson (che già annovera nel suo catalogo altri titoli dello stesso autore: l’ultimo è Le sorgenti del male del 2013), in cui la forma italiana riesce ad essere fluida e semplice senza pregiudizio per il rigore del testo originale. Merito del lavoro scrupoloso e brillante di Riccardo Mazzeo (sua la cura, oltre alla traduzione), conoscitore sapiente sia della lingua, sia dell’autore, con il quale ha scritto a quattro mani il volume Conversazioni sull’educazione (ed. Erickson, 2012).
La scienza della libertà parte da quattro domande, alle quali il celebre sociologo polacco – qui in dialogo con Michael Hviid Jacobsen e Keith Tester – propone le sue risposte: «Che cos’è la sociologia?», «Perché «fare» sociologia?», «Come fare sociologia?» e «Che cosa realizza la sociologia?». Un libro sul metodo di questa disciplina, argomento che Bauman tocca in tutti i suoi scritti, puntualmente riaffermandone la concretezza e la «missione» indirizzata a incidere direttamente sul mondo e sulla vita dell’uomo; ma che qui l’autore approfondisce, intrecciandone le problematiche peculiari con quelle della politica, dell’etica, della filosofia.
Arendt, Adorno, Heidegger, sono solo alcuni degli interlocutori con i quali Bauman si confronta sul più spinoso di tutti i problemi che la sociologia si trova oggi davanti: ha ancora un senso la «scienza della società», in un mondo che ha decretato «la fine della Storia» e l’attuale assetto economico-politico come il migliore dei mondi possibili? La risposta può non essere banale né scontata, ma una cosa è certa: l’uomo può impugnare la sua esistenza e il suo futuro in qualunque momento, sparigliando ogni ordine e riprogettando la società a vantaggio di tutti. La salvezza della sociologia, alla fine, verrà insieme alla salvezza dell’umanità.


Zygmunt Bauman, La scienza della libertà. A cosa serve la sociologia? Conversazioni con Michael Hviid Jacobsen e Keith Tester, ed. Erickson, 2014, pp. 154, euro 15.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.