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(voce di SopraPensiero)Scritto nel 1922, questo testo rappresenta una ferma e coraggiosa denuncia dei pericoli ai quali andavano incontro le nazioni vincitrici della prima guerra mondiale rifiutando le idee di solidarietà e collaborazione internazionale e continuando ad esigere gli oneri di riparazione esagerati e non sostenibili dalla Germania sconfitta (oneri che, infatti, non saranno mai pagati per intero, ma solo in piccola parte).
La revisione del trattato segue di qualche anno Le conseguenze economiche della pace (1919) dove Keynes manifesta la sua contrarietà al trattato di Versailles, per quanto concerne le clausole economiche. I forti oneri di riparazione imposti ai vinti avrebbero causato disastrose conseguenze sulle economie dei vincitori, poiché, per procurarsi la valuta estera per pagare debiti e riparazioni, la Germania avrebbe riversato sui mercati dei vincitori merci a prezzi più bassi scardinandone la struttura produttiva e indebolendone la capacità di partecipazione al commercio mondiale. Questi temi, ripresi ne La revisione del trattato, vengono ulteriormente approfonditi alla luce dell’andamento dei pagamenti delle riparazioni negli anni intercorsi e sottolineando negativamente la posizione intransigente della Francia. Nel 1925 scrisse poi la terza «puntata» di questo sviluppo, ironicamente intitolata The economic Consequence of Mr. Churchill.
Nel 1931 Keynes, nella prefazione a Essays in Persuasion dove raccoglieva vari scritti politici degli anni precedenti, non poteva esimersi dal constatare che le sue previsioni, inascoltate dai governi, si erano puntualmente avverate: le clausole economiche del trattato si erano sgretolate sotto il peso della realtà economica, la parità aurea della sterlina era stata abbandonata, e l’automatismo della politica monetaria non aveva certo arginato la grande depressione.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
J. M. Keynes continuando l’opera apostolica iniziata con le Conseguenze economiche della Pace ha pubblicato testè in Inghilterra il breve volume per La Revisione del Trattato, che la Casa Editrice Ausonia porta a conoscenza degli italiani.
Come tutti sanno, J. M. Keynes visse intensamente l’opera della Conferenza di Parigi; intuì i disastri verso cui portava il Trattato di Versailles; non riuscì a scongiurarli nella sua posizione ufficiale e si è assunto di ripararli come critico libero, autorevole, chiamando a gran voce l’umanità alla considerazione della follia commessa dai Governi. Nulla di più semplice e di più grande di questo apostolato, destinato ai fischi dell’opinione laureata ed agli applausi dell’opinione indipendente dell’uomo della strada, quando non sia, come spesso capita, un ubriaco di vittoria o di rivincita tenuto sotto pressione dalla stampa ufficiosa. È nota la tesi del Keynes. Il mondo, dopo quattro anni della guerra più micidiale, più distruttiva che la storia abbia visto, ha assistito ad una colossale truffa […] all’americana. Secondo le clausole dell’Armistizio, la cifra delle indennità che la Germania doveva pagare ai vincitori non poteva salire oltre i 36 miliardi di marchi oro, comprendendo soltanto le distruzioni e le riparazioni; fu invece di 138 miliardi di marchi oro, avendo i vincitori, contro la fede dei patti, imposto che fossero compresi nel Trattato le pensioni e i sussidi di guerra.