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Pubblicato La prigioniera di Édouard Bourdet.
Dall’incipit del libro:
A destra, una porta che dà nel gabinetto di toeletta. In fondo, la comune. A sinistra, un’altra porta che dà nella camera di Gisella. Pochi mobili antichi e molto belli: il letto in un’alcova, tavolo, poltrone, ninnoli: sul tavolo il telefono.
Al muro, fotografie di quadri di scuola italiana. In un angolo un cavalletto da pittore voltato verso il muro. All’alzarsi del sipario la scena è vuota, poi si apre la porta di sinistra e Gisella fa capolino.
GISELLA – Irene? (Entra e va alla porta di destra) Irene? […] Non c’è.
LA SIGNORINA MARCHAND (entrando) – Vi ho già detto che non è ancora rientrata. Sono appena le sei, è ancora troppo presto per lei.
GISELLA – Ma mi aveva detto che sarebbe tornata presto a motivo di questo pranzo. Deve aiutarmi a disporre i fiori sulla tavola.
LA SIGNORINA MARCHAND – È meglio che non contiate su lei. Volete che vi aiuti io?
GISELLA – Preferirei che ci fosse lei. Io sola disporrò assai male.
LA SIGNORINA MARCHAND – Allora […]
GISELLA – Come mi secca che ritardi così. E per il mio vestito come farò?
LA SIGNORINA MARCHAND – Cos’è che vi preoccupa?