Dall’incipit della tesi:
Nel Portogallo dei primi anni del ventesimo secolo, come anche nella vicina Spagna, la società era profondamente permeata dei valori religiosi custoditi dalla onnipresente Chiesa e dai suoi ordini, tra cui spiccava la Compagnia di Gesù.I gesuiti avevano, nel Portogallo di allora, un enorme potere; essi organizzavano l’insegnamento in scuole più qualificate di quelle statali, dirigevano centri di ricerca e disponevano di mezzi di informazione.Inoltre, la Chiesa possedeva beni immobiliari ovunque, partecipava ad attività commerciali e finanziarie.
Fu contro la permissività della Chiesa e anche contro la monarchia che, all’inizio del 1908, iniziarono delle sommosse di militanti operai armati le quali, seppur prive della guida delle organizzazioni sindacali, ebbero successo nel minare le fondamenta della monarchia (De Sousa, 1972:17).
Le elezioni municipali tenutesi nel novembre dello stesso anno videro la supremazia del partito repubblicano nelle maggiori città, ma non nelle campagne, dove la monarchia aveva ancora grande seguito (Pabón, 1945:379).Per sedare queste ribellioni, il re Carlos I riesumò una vecchia legge che prevedeva la deportazione per i rei di delitti politici. Poco tempo dopo, il 1/2/1908, l’impopolare re e il principe ereditario Luis Felipe vennero assassinati da congiurati repubblicani che probabilmente godevano dell’appoggio di dissidenti monarchici (Albonico, 1977:33).Inoltre, la borghesia nazionalista portoghese non era soddisfatta della troppo stretta alleanza con l’Inghilterra.Per questo, nel momento della crisi della monarchia, i borghesi ritirarono l’appoggio alla corona, orientandosi verso un ideale repubblicano.Il compromesso tra la borghesia e le forze operaie permise la caduta della monarchia, in cambio di riforme economiche e sociali.Infatti, nell’ottobre 1910, dei reparti della marina e dell’esercito, appoggiati da numerosi civili, attuarono un colpo di Stato, a seguito del quale fu proclamata senza resistenza la Repubblica.L’ultimo erede al trono dom Manuel II fu costretto all’esilio in Inghilterra, da dove non fece più ritorno (Oliveira, 1972:21).La situazione finanziaria del paese continuò ad aggravarsi anche per gli effetti della seguente partecipazione alla prima guerra mondiale e per i contrasti che travagliavano la società.
Anno accademico: 1997/98, Università degli studi Federico II di Napoli, Scuola di Diritto delle Comunità Europee. Tesi di specializzazione in storia e politica dell’integrazione europea.