Pubblicato La piccola posta di Miss Mott di Edward Phillips Oppenheim.
La nipote di un importante commissario di Scotland Yard conduce una rubrica di consigli sentimentali e ha una spiccata tendenza a mettersi in gravi guai […] Suscita la passione e l’ammirazione di un fuorilegge educato e sentimentale ma viene rapita invece da uno più brutale e determinato che addirittura sembra averla sposata contro la stessa volontà dell’interessata.
Bizzarro e inconsueto intreccio a episodi di tipo «gangster» «rosa» denso di ironia e venato da umorismo salace rivolto a tutte le parti in causa, investigatori, giornalismo, gangster gentiluomini.
Sinossi a cura di Catia Righi
Dall’incipit del libro:
Miss Mott ebbe la visita del primo cliente nella nuova professione da lei recentemente intrapresa, in modo abbastanza insolito e piuttosto pauroso: una saracinesca che veniva sollevata, un rumore di vetri infranti dietro alle sue spalle, e il salto leggero di qualcuno che s’introduceva nella sua stanza. E, come se quell’entrata così poco cerimoniosa non fosse stata sufficiente a spaventarla (tanto più che l’ufficio di miss Mott era al sesto piano di un edificio immenso) l’intruso ostentava anche le insegne della sua professione; una morettina viola che gli nascondeva metà del viso. A tutto questo fracasso la ragazza si voltò di scatto sulla poltrona girevole e spalancò la bocca per lo stupore. Ma tutta la sua maraviglia non alterava per nulla la verità del fatto: un ladro, che pareva sceso dalle nuvole, aveva aperto la finestra, e si era introdotto nel suo ufficio, e ora si dirigeva a gran passi verso di lei. Lesta miss Mott allungò la mano per prendere il telefono.
— Favorite di non toccarlo, – chiese il visitatore.
La ragazza, nuova a questo genere di avventure, commise l’imperdonabile errore di esitare e di mettersi a discutere.