Giuseppe Peano presentò questo breve testo alla seduta dell’Accademia delle Scienze di Torino del 13 novembre 1898. In questo articolo il matematico piemontese propone un nuovo codice per comunicare lettere, numeri e altri caratteri utilizzando il sistema numerico binario. Peano progetta anche una “macchina stenografica” che applica questo codice per la scrittura veloce.

Sistemi di codifica della comunicazione precedenti quello di Peano sono il codice telegrafico Chappe del 1791 che usa tre sbarre combinabili in 196 posizioni possibili, il codice Morse del 1837 che usa cinque elementi (punti, linee e intervalli brevi, medi e lunghi) e il codice Baudot del 1870, anch’esso basato sul sistema binario e che usa cinque bit, tre in meno rispetto al codice del matematico italiano.

Solo dopo molti anni, con lo sviluppo dell’informatica, nel 1963-64, l’IBM svilupperà un’altra codifica a 8 bit, detta codifica EBCDIC (extended binary Coded decimal interchange code) e nel 1968 l’American National Standards Institute pubblicherà una codifica su sette bit, detta codifica ASCII (American Standard Code for Information Interchange).

Sinossi a cura di Michele De Russi

Dall’incipit del libro:

La numerazione binaria, o diadica, ha per base 2, cioè il più piccolo numero che possa servire come tale.
Già LEIBNIZ fece vedere che le proprietà d’ogni sistema di numerazione sono, in questa base, ridotte a forma semplicissima. Vedasi Opera omnia a. 1768, t. III, p. 346-354, 390-394, 515, 517, t. IV, p. 208-210, ecc.
Due cifre, aventi il valore 0 e 1, bastano per scrivere ogni numero in questa base. Dando a queste cifre la forma . e :, i numeri 1, 2, 3, . . . , 10 sono in questo sistema espressi da :, :., ::, :.., :.:, ::., :::, :…, :..:, :.:. . I punti inferiori stanno per indicare il posto delle cifre. Essi si possono sopprimere se il posto delle cifre può essere diversamente indicato, come avviene in più casi. In questi
casi le cifre 1 e 0 sono indicate dalla presenza o assenza d’un segno.

Scarica gratis: La numerazione binaria applicata alla stenografia di Giuseppe Peano.