La nave pirata racconta le avventure del Gianicolo, una nave civetta della Regia Marina italiana. Durante la Grande Guerra i sommergibili erano diventati il principale problema per le Marine della Triplice Intesa, e anche la Regia Marina decise di utilizzare piccole navi mercantili, apparentemente disarmate, ma in realtà armate con pezzi d’artiglieria sapientemente celati, che avrebbero dovuto attirare i sommergibili nemici in superficie, dando la possibilità a queste navi-civetta di aprire il fuoco e affondarli. La prima di queste navi fu, appunto, il Gianicolo, nato come nave fluviale e destinato ad operare nel basso Mar Adriatico e nel Mar Jonio. In realtà la nostra nave non ebbe mai la ventura di scontrarsi con battelli subacquei, ma durante le sue crociere portò alla luce la complicità del Governo Greco, ufficialmente neutrale, con le Potenze della ex Triplice Alleanza, alle quali forniva un importante supporto logistico e, soprattutto, informazioni sui movimenti delle navi inglesi, francesi ed italiane.

Nello svolgimento delle sue missioni, il Gianicolo mutò più volte aspetto (installando talora un secondo falso fumaiolo), assumendo il nome di navi greche (come ad esempio Xantia, Laos e Sofia) e battendo di conseguenza bandiera ellenica. Notevole fu l’azione che vide, nel luglio 1915, alcuni uomini del suo equipaggio sbarcare a Corfù ed entrare nell’Achilleion, residenza di una spia tedesca, tal Bauer, distruggendo le sue apparecchiature radio ed entrando in possesso di importanti documenti. È inoltre interessante la descrizione dell’ambiente della Marina e la poco nota divisione degli Ufficiali tra sostenitori del Duca degli Abruzzi e dell’Ammiraglio Thaon di Revel.

Scritto in uno stile gradevole e scanzonato, il libro è una testimonianza storica e insieme un romanzo d’avventura.

Sinossi a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

La passione del mare deve avere un suo particolare bacillo che attacca senza ragione determinata o comunque scoperta, i soggetti predisposti, e lascia immuni gli altri.
Dove io prendessi il predetto virus non so.
Nè le tradizioni familiari nè la mia adolescenza lasciavano, certo presagire il cammino che avrei seguito di poi.
Mia madre sognava di fare di me un medico, mio padre, persona di grande buon senso, diceva che a far presagi si perdeva il tempo con me, e che venuta l’epoca avrei fatto a mio modo. Conosceva il suo pollo! A tredici anni, durante le vacanze estive, facevo la prima crociera su di una lancia a vele latine, la Vittoria, dei miei amici De Sangro di Napoli. Credo che appunto colà il bacillo fosse in agguato!

Scarica gratis: La nave pirata di Gennaro Pagano di Melito.