Il romanzo si presenta come “romanzo storico”, ma l’unico personaggio storico è il Duca di Monmouth, figlio naturale di Carlo II Stuart, giustiziato nel 1685 dopo un fallito tentativo di impadronirsi del trono inglese. Nel romanzo, il Duca non viene giustiziato, ma si salva grazie al sacrificio di un suo seguace, e riesce a fuggire con la moglie nell’isola di Martinica.
Il vero protagonista è in realtà il cavaliere Polifemo di Crustillac, un avventuriero guascone, che ci si presenta sin dall’inizio come sfrontato clandestino a bordo della nave che lo porta alla Martinica, e quando sente parlare dai passeggeri della misteriosa e ricchissima Barbablù, che aveva seppellito tre mariti, decide di sposarla per impadronirsi delle sue ricchezze. Coraggiosamente, intraprende appena sbarcato il tentativo di raggiungere la casa della Barbablù, a dispetto delle terribili storie che si raccontavano di lei, ma una serie di avventure intricate ed incredibili lo porta a cambiare i suoi obiettivi. Appena vede la Barbablù, si innamora perdutamente di lei, dimentica le sue ambizioni di ricchezza, e quando viene catturato da una spia inglese che lo scambia per il Duca di Monmouth, scopre che in realtà Barbablù è l’amata moglie del duca, e decide di sacrificarsi per salvare il Duca.
Le avventure proseguono e si complicano quando l’inviato del re di Francia lo salva dalla spia inglese, ma a sua volta si impadronisce della sua persona per condurlo in Europa. Polifemo prosegue nel suo generoso proposito e viene imbarcato sulla fregata francese che si dirige verso la Cornovaglia, dove il presunto duca di Monmouth avrebbe dovuto suscitare una nuova guerra civile. Le sorprese non sono finite: Polifemo si salva, e torna in Francia sulla stessa nave che lo aveva condotto in Martinica. Molti anni dopo ritroverà incredibilmente la Barbablù ed il duca suo marito.
Sinossi a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
Verso la fine di maggio 1690 il naviglio a tre alberi, l’Unicorno, partì dalla Roccella per la Martinicca.
Il capitano Daniele comandava questo bastimento armato di una dozzina di pezzi di mezzana artiglieria, necessaria precauzione difensiva, perchè non solamente la Francia era allora in guerra coll’Inghilterra, ma i pirati spagnuoli spesso venivano a corseggiare al Levante delle Antille, malgrado alle frequenti persecuzioni contro essi dirette dai corsari francesi.
Fra i passeggieri dell’Unicorno, pochissimo bensì numerosi, distinguevasi il reverendo Padre Griffon dell’ordine dei predicatori. Ei ritornava alla Martinicca a reggere la parrocchia del Macubà, della quale già da alcuni anni era curato con gran contento degli abitanti e degli schiavi di quel cantone.
La vita affatto eccentrica che conducevasi nelle colonie, allora quasi continuamente in istato di ostilità contro gl’Inglesi, gli Spagnuoli ed i Caraibi,1 poneva i sacerdoti delle Antille in una particolare situazione. Erano in obbligo non solo di predicare e amministrare i soccorsi della religione alle loro pecorelle, ma aiutarle altresì a difendersi nei casi frequenti delle incursioni e degli sbarchi dei loro nemici di ogni nazione e di ogni colore.
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