Della produzione letteraria di Memini scrive Jolanda (alias Maria Majocchi Plattis) nella sua raccolta di impressioni sul mondo di scrittrici e scrittori Dal mio verziere (1910) presente qui in Liber Liber:

«Chi è Memini? Io non so. Ma credo di poter affermare che abbiamo a fare con una vera signora. Finalmente! si respira, in questo andirivieni di donne-scrittrici, non tutte gentili, che scambiano la sgarbataggine con la forza e fumano la sigaretta anche in letteratura! Memini, l’ho detto, è soavemente donna e signora; non perchè la sua arte ce lo confermi cincischiandosi in analisi da sarta e da tappezziere, o perchè ci fa vivere in un ambiente leggittimamente aristocratico; ma per una specie di delicata riservatezza, per la grazia semplice e tranquilla di cui si vela il suo stile, sempre, anche nei momenti del più alto lirismo, anche nei momenti della più intensa passione, raggiungendo, in tal maniera, una semplicità suggestiva e un’efficace sobrietà.»

Dall’incipit del libro:

Nella pace serena del tramonto, il suono dell’organo si spandeva ampio e grandioso. Le sue vibrazioni echeggiano gravi, accentuandosi ad ogni ravvivarsi della brezza e, nell’acquetarsi repentino di questa, sembravano smarrirsi per l’aria, come uno sciame di farfalle che si dileguassero a volo.
Due uomini, avviati per la strada maestra d’una ricca campagna lombarda, si soffermarono ascoltando.
Vestivano entrambi l’abito del contadino agiato, e si somigliavano abbastanza per tradire immediatamente, nei loro aspetti, i legami della più stretta parentela. Erano infatti padre e figlio.
Il più giovane fece un lieve cenno nella direzione d’onde giungeva il suono, e interrogò collo sguardo il compagno.
Il vecchio alzò le spalle e rispose laconicamente:
— Don Bruno.
— Ah! — fece l’altro.
E si rimisero per via.

Scarica gratis: La Marchesa d’Arcello di Ines Benaglio Castellani-Fantoni (alias Memini).